Eurovision 2024: il popolo del televoto premia Israele
Sabato 11 maggio sì è concluso il 68° Eurovision Song Contest. L’evento si è tenuto a Malmö, in Svezia e ha visto trionfare la Svizzera.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che la vittoria di Nemo, con la canzone “The code”, sia stata resa spuria dalle grande dimostrazione di affetto che il popolo del televoto ha riservato a Israele.
Nonostante le accuse di aver truccato i voti che, ovviamente, sono venute giù a pioggia, lo stato ebraico, martoriato e umiliato in tutti i modi in questo evento, che ha solo fatto finta di mostrarsi superpartes, è stato premiato dal pubblico.
A differenza delle giurie tecniche, a dir poco impietose (su 34 paesi, nemmeno uno ha concesso gli agognati 12 punti bonus a una canzone che racconta dei civili assassinati e rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023), la vox populi ha mostrato un’altra faccia dell’Europa.
Le piazze delle contestazioni, quelle che predicano l'”intifada studentesca” per il 15 maggio, anniversario della fondazione dello stato di Israele, hanno avuto un brusco risveglio
La maggioranza silenziosa, che li lascia protestare e scendere in piazza senza opporsi, ha premiato Israele e subito dopo l’Ucraina.
Ciò che ci lascia perplessi è il comportamento dell’organizzazione della competizione canora. La canzone di Israele, dal titolo “Hurricane”, per partecipare è stata passata al setaccio. Il regolamento prevede, infatti, il divieto a ogni riferimento politico. In effetti, il pezzo in origine si intitolava “October Rain” e aveva riferimenti piuttosto espliciti al pogrom del 7 ottobre.
Benissimo. Israele ha accettato di cambiare il titolo e alcune parole, così è stata ammessa alla gara
Lo slogan dell’Eurovision, quest’anno, era “United by music”. La musica, la zona franca, il ponte, che dovrebbe essere terreno di confronto e comprensione. Eden Golan, l’artista israeliana, non ha avuto niente di tutto questo. È stata fischiata e insultata, è dovuta arrivare in Svezia scortata dal Mossad, come se fosse una criminale, come se una ragazzina di vent’anni avesse la colpa di tutto quello che fa il suo paese.
Ma Eden è andata avanti con una dignità encomiabile
Alla fine, Israele ha guadagnato solo il 5° posto, ma ha stravinto dal punto di vista del consenso e dell’appoggio della maggioranza silenziosa.
L’Eurovision Song contest 2024, invece, rimarrà nella storia della competizione come il più ipocrita mai visto.
Perché da una parte ha messo il bavaglio a un’artista che voleva raccontare il dramma di centinaia di giovani, massacrati mentre ballavano uniti dalla musica del Nova Festival e di uomini e donne e bambini ancora nelle mani dei propri aguzzini. Dall’altra, ha permesso alla rappresentante dell’Irlanda, per dirne una, di indossare una kefiah e sfoggiarla con spudoratezza durante le interviste, sebbene, come abbiamo detto, il regolamento vieta ogni tipo di riferimento politico. Si sarebbe meritata la squalifica, soprattutto perché ci aveva già provato un’altra volta, inserendo “cessate il fuoco” e “libertà” in un messaggio “cifrato” in un’antica lingua irlandese, che sarebbe dovuto comparire durante la sua esibizione.
Da parte dell’organizzazione dell’Eurovision, questo è stato un modo ipocrita e goffo di tenere fuori la politica dalla competizione.
Viene da domandarsi se ne abbiano mai avuto l’intenzione.