Durante la ristrutturazione del Mercato coperto di Perugia è tornato alla luce un Fascio Littorio.
Nessun dubbio, è proprio un fascio, come quelli che ornano le pareti del Congresso Usa o compare nell’attuale stemma della Repubblica Francese insieme alla sigla “RF”, circondato da foglie d’ulivo (simbolo di pace) e di quercia (simbolo di giustizia).
Ma in Italia, si sa in quanto a Storia siamo un po’ scarsini, a cominciare purtroppo dai professori universitari.
Gli universitari
La carrellata comincia da soliti noti.
Tomaso Montanari, rettore dell’Università degli stranieri di Siena, quello per cui le foibe sono “revisionismo” è insorto.
Sì è scagliato contro i fasci subdoli, quelli che riaffiorano dopo un secolo.
Sapesse quante falci e martelli mi tocca vedere nella mia Firenze..roba da museo degli orrori.
“Cosa si dovrebbe fare? Quello che si farebbe, per esempio, in Germania con una grande svastica dipinta in un luogo pubblico”.
Montanari propone tre soluzioni.
“La prima è staccare quel dipinto dal muro e portarlo in un museo. La seconda è lasciare la pittura in loco e nasconderla. Infine la soluzione più coraggiosa: Commissionare un grande murale di immagini e parole antifasciste che contestino quel piccolo, sporco fascio: che lo vilipendano, lo mettano alla gogna, lo additino al disprezzo che merita. per spiegare chi vogliamo essere: antifascisti per sempre”.
“Mai come oggi, con le fogne così clamorosamente riaperte, è necessario è urgente”.
A sostegno della proposta del rettore interviene Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana.
“La tutela dei beni architettonici e storici non può giustificare addirittura il ripristino di simboli del regime fascista. Il fascio littorio è il simbolo del fascismo e riporta alla memoria quel regime autoritario che ha drammaticamente segnato la storia del nostro Paese e che andrebbe condannato in modo unanime e non celebrato esponendone i simboli in pubbliche piazze e negli edifici delle città”.
Gli hanno fatto eco più di cinquanta cattedratici perugini che hanno firmato una petizione per la rimozione.
La politica
Le parole di Montanari hanno suscitato reazioni m, alcune poco benevole.
Il primo a rispondere è Alessandro Campi, professore di Scienza politica all’università di Perugia, che su Facebook non è stato tenero.
“Montanari non se ne rende nemmeno conto, ma si rivela essere un autentico e pericoloso squadrista del pensiero: rosso anziché nero“.
Ignazio La Russa si affida allo strumento dell’ironia.
“Perché spostarli? I fasci littori scoperti a Perugia vanno distrutti con la dinamite“.
Taliban style.
Non poteva mancare l’intervento di Vittorio Sgarbi. Chiosa da par suo una vicenda che dimostra la pochezza degli argomenti della politica attuale.
“Fratoianni non faccia il talebano e li lasci lì dove stanno. Secondo me non gliene frega un c….o a nessuno”.
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