Fasci a Siena? L’Anpi in crisi di nervi li scambia per quelli fascisti.
Ma sono della Guardia Civil Spagnola.
“Una bancarella tra le tante – scrive l’Associazione Nazionale Partigiani – che offrono mascherine di varia foggia, ne offre una con il fascio littorio e la corona regia: un inequivoco riferimento al fascismo”.
In realtà i simboli in questione non sono il fascio littorio fascista italiano e la corona dei Savoia, bensì il simbolo della Guardia Civil spagnola.
Detta anche Benemérita, è un corpo di Gendarmeria spagnolo, con funzioni di polizia militare, simile alla Gendermerie francese ed all’Arma dei Carabinieri italiana.
Il comunicato involontariamente esilarante
Con prosa stile Brigate Rosse anni settanta l’Anpi certifica la propria ignoranza di storia e faleristica militare.
E confeziona una macedonia di luoghi comuni da fare accapponare la pelle.
Merita davvero leggere il noiosissimo testo per rendersi semanticamente conto della ” cultura” di odio e violenza che si respira in Toscana, una caccia alle streghe che poi si traduce in gesti sconsiderati come quello di ieri a Pontassieve si danni di Salvini.
“Capita solitamente- scrive l’Anpi -, nei mercatini dell’antiquariato, di incontrarsi con effigi, busti, medaglie, berretti, elmetti, in bella vista ad attirare curiosità e alimentare, in qualcuno, illecite nostalgie, protette dal loro essere “memorabilia”, oggetti del passato e della storia.
Ma che qualcuno possa pensare a riparare gli altri dal proprio involontario contributo al contagio del coronavirus, ostentando illegalmente il simbolo del fascismo, è davvero un paradosso.
Combattere un virus diffondendone uno diverso ma anche diversamente pericoloso e letale. In quanti hanno visto quale merce veniva proposta da quella bancarella?”
“Nessuna autorità pubblica è passata a raccogliere identità e tariffa- continua l’Anpi – , facendo notare al venditore quale veleno diffondeva?
Il fascismo è rimasto nelle vene del nostro paese come una infezione: prende forza delle crisi, dalle difficoltà, cambiando pelle e riproponendosi come una possibilità agli occhi di chi non sa, non vuo sapere, non vuol vedere.
Fino a poco tempo fa la testimonianza viva di chi aveva fatto la Resistenza e di chi ci aveva regalato la Costituzione democratica, riusciva a tener testa al revisionismo. La militanza politica di molti colori diversi era unificata dal no al fascismo; poi piano piano le difese si sono sgretolate e di pari passo con la strumentale apertura di credito – finalizzata al puro lucro elettorale – una strana tolleranza ha cominciato a circolare nelle sedi che debbono difendere l’ordine democratico.
Il saluto fascista, i lettori della TV e le palestre machiste (o Maciste contro Totò?)
Il saluto fascista che per alcuni giudici è un segno di memoria, e non apologia del fascismo; sfilate e raduni in occasione di anniversari infausti; celebrazioni indebite di criminali di guerra; crimini veri e propri hanno disseminato di vittime innocenti le nostre piazze e sono stati letti come episodi, irrelati.
Quante volte abbiamo aspettato inutilmente che il lettore di un telegiornale associasse la parola fascista ad un crimine che era stato appena commesso e quante volte si è data una patente di democrazia ai portatori del veleno della violenza, della xenofobia, dell’integralismo religioso, della visione deformata della vita e dei valori che restano integralmente fascisti anche quando hanno cambiato nome o presumono di proporsi come forze “nuove” o “del terzo millennio”?”
“Abbiamo chiuso tutti i centri sociali – conclude Anpi – e sono stati aperte le sedi delle forze neofasciste. sono stati criminalizzati i centri di aggregazione giovanile e sono state elevate a scuole di stile e di vita le palestre e le pratiche della violenza antisportiva e machista.”
Le mascherine galeotte
“Quando sui banchi del nostro mercato settimanale appare la mascherina con il fascio littorio, proposta all’acquirente accanto ad altre colorate e neutre, non si sta facendo una cosa innocente: nessuno indosserebbe la mascherina con un’immagine pedopornografica, né con il volto di Riina.; perché allora qualcuno pensa che si possa indossare una mascherina che oltraggia un principio costituzonale e viola più d’una legge dello Stato?
Chi deve vigilare?
Se tocca a noi, se dobbiamo essere noi, cittadine e cittadini dell’antifascismo e militanti per la democrazia sancita dalla Costituzione, dovete dircelo: non ci spaventa farlo; sapremo essere all’altezza del compito.
Ma l’ordine democratico ha attribuito ad altri soggetti il compito di vigilare e di reprimere.
Finché il fascismo sarà un reato, ostentarne i simboli non può essere tollerato. Omissioni o negligenze nei confronti di questa illegalità sono illegali a loro volta. Anpi Siena chiede risposte”.
Anche in Usa i fasci campeggiano a Washington
Non dite mai all’Anpi che al Congresso campeggiano due fasci, verrebbe loro voglia di tirare giù anche Washington.
Il simbolo del fascio in America è presente anche su statue di George Washington e di altri personaggi storici, su monete, su stemmi di agenzie federali, sui muri di palazzi di giustizia, perfino nel Lincoln Memorial, dove il più grande Presidente americano è rappresentato con le braccia appoggiate su due fasci posti ai lati del seggio.
In origine per gli americani i fasci erano il simbolo dell’antica Roma repubblicana, ai cui ideali aspiravano i Founding Fathers. L’emblema del fascio di verghe legate da una fune, accompagnate da una scure e circondato d’alloro simboleggiava l’unione degli Stati Uniti, il cui motto è “E pluribus unum.”
Leggi anche: https://www.adhocnews.it/elezioni-regionali-toscana-il-fascismo-dei-democratici-le-minacce-gli-insulti/
www.facebook.com/adhocnewsitalia
Tweet di @adhoc_news
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT