La Federazione Forza Italia e Lega, conosciuta anche come progetto Lega Italia sta frenando.
Ma non è stata abbandonata, come idea.
Probabilmente è ferma, ma non abortita, e probabilmente è un bene per il Centro destra.
Lo schieramento, che i sondaggi danno accreditato a più del 50% delle intenzioni di voto, composto da Fratelli d’Italia al 20% ed il rimanente raccolto da Lega e Forza Italia, continuerà ad essere distinto nelle tre sigle principali?
Fratelli d’Italia si è svincolata dal progetto, che rimane in piedi per Lega e Forza Italia.
Almeno sulla carta. Ma vediamo di analizzare più approfonditamente la questione.
L’unione dei partiti non ha mai portato alla sommatoria dei loro votanti, anzi.
Forza Italia è un bene prezioso
Sono lontani i tempi del partito del Cavaliere a più del 30%, ma ciononostante Forza Italia rappresenta l’anima moderata di questo centro destra.
E in Italia le elezioni si vincono al centro, come la partite di calcio a centrocampo.
Lo sanno bene le tante voci azzurre contrarie al progetto.
Prima fra tutte quella di Mariastella Gelmini, che ha iniziato a sollevare dubbi, sittolineando come non si possa “prescindere dal ruolo centrale di una forza liberale, moderata ed europeista”.
Anche Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha cercato di tranquillizzare i suoi: “Nessuna fusione e nessun partito unico” ma un “coordinamento” tra i partiti di centrodestra per “contrastare” meglio il peso di Pd 5Stelle.
Salvini è prudente
Salvini tentenna sulla federazione tra Lega e Forza Italia.
L’ex ministro dell’Interno era arrivato ad annunciare giorni fa che nel colloquio avrebbe “illustrato al premier” una novità politica.
Ma qualcosa poi non ha funzionato, “la svolta non è ancora matura“; al Premier non ne ha parlato e su è detto più guardingo.
Per poi ricredersi e dichiarare che “va fatta subito”.
Il numero uno del Carroccio ha quindi aggiunto una programmazione.
“I cittadini si aspettano unità e concretezza anziché litigi e perdite di tempo. Ecco perché il centrodestra di governo, federato, sarebbe una soluzione per aiutare Draghi soprattutto in vista delle prossime riforme. Fermo restando che la mia è una proposta e non un’imposizione“.
Questo matrimonio non s’ha da fare
Diluire una forza moderata come FI nella Lega non rafforza il cdx, anzi lo rende orfano di una componente importante.
Orfano perché gli Azzurri verrebbero oscurati dal peso preponderante dei Leghisti, e di fatto perderebbero la loro voce.
Voce più modesta, ma non meno importante, in un paese dove si vota ancora per partito preso.
La maggioranza degli Italiani votano a destra o a sinistra da sempre e sempre lo faranno.
La differenza, l’ago della bilancia, sono due milioni di voti al centro, che smottano a favore di una coalizione o l’altra a seconda delle voci.
Una componente che non ama strilli né esagerazioni, di età avanzata e moderata per elezione.
E quindi offrire più soluzioni al centro è meglio di unirsi ed esprimere un solo simbolo.
Un esperimento del genere è già stato fatto al tempo di Fini e Alleanza Nazionale con il PdL.
Sappiamo come è finita. Alleanza Nazionale è scomparsa e Giorgia Meloni ha dovuto ricominciare dal 3%.
Le tentazioni egemoniche non sempre producono gli effetti sperati.
Con la Federazione si perderebbe il valore aggiunto, rappresentato dalla convergenza di identità e sensibilità diverse, ad un programma comune e condiviso.
Perché in politica 2+2 non fa mai 4.
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