Ieri ci sono state le tanto attese nomine RAI. Una torta enorme e golosa di cui tutti i partiti politici vogliono una fetta. Da sempre la RAI è una mucca statale (e di conseguenza da noi foraggiata) da mungere ad ampie manciate. In RAI ogni partito politico deve metterci un piede, meglio entrambi. E magari far assumere qualche parente. E non fate finta di scandalizzarvi, perché è così da sempre.
In un periodo storico politico come quello attuale, dove tutti sono amici ma col coltello nascosto dietro la schiena, si può capire che non sia stato banale trovare una quadra per le nuove direzioni dei TG di mamma RAI. Di solito funzionava così: TG1 a favore della Chiesa, TG2 a favore del Governo, TG3 spudoratamente a sinistra.
Con una Chiesa più a sinistra del PCI e con un Governo transpartitico (si può dire trans o Zan si arrabbia?) è stata veramente dura.
Comunque i nomi sono venuti fuori, con difficoltà e tensioni, ma ce l’hanno fatta. E così abbiamo Monica Maggioni al TG1, la conferma di Gennaro Sangiuliano al TG2 e Simona Sala al TG3. E anche le quote rosa sono soddisfate. Esercizio di stile.
Eliminati i 5 Stelle
Ecco che arriva il vero servizio pubblico della RAI. Dei direttori nominati, anche quelli di testate di minore rilievo, non ce n’è uno vicino ai pentastellati. E questo ha fatto inalberare non poco l’avv. Giuseppi Conte. Peppiniello, con il suo eloquio forbito e spesso fine a se stesso ha sbottato: “Fuortes (AD RAI n.d.r.) non libera la Rai dalla politica, ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5S. Siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico.”
Traducendo dal Contese all’italiano: non vedrete mai più un pentastellato alla RAI.
Signore e signori, se non è servizio pubblico di alta qualità questo, ditemi voi cos’è. E citando a memoria Renato Zero: Viva la RAI!
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