Fino a ieri pochi conoscevano la sigla USAID o anche se l’avessero sentita nominare, l’avrebbero confusa con le innumerevoli sigle di associazioni senza rilievo. In effetti si sta parlando di un’agenzia per lo sviluppo internazionale come tante altre.
Era una struttura nata negli USA come una normalissima ONG privata, fino al momento in cui, pur rimanendo un organismo privato, cominciò a ricevere annualmente ragguardevoli finanziamenti dal Congresso
Questi venivano dati al presidente di turno che aveva il compito di girarli all’agenzia. Chiaramente si veniva a creare un meccanismo perverso perché grandi capitali pubblici finivano in mille rivoli non controllabili da alcuno. Cosa sarebbe venuto a conoscenza dell’opinione pubblica, con le rivelazioni dei dati resi pubblici?
Infatti è venuto alla luce che i finanziamenti che avrebbero dovuto stimolare lo sviluppo dei paesi bisognosi, delle loro strutture o altro, scopriamo che molti Paesi venivano praticamente ricattati affinché adottassero politiche appartenenti ad una cultura a loro completamente estranea come varie normative ispirate all’ideologia LGBT
L’agenzia a dire la verità era nata negli anni Sessanta e per un periodo aveva funzionato egregiamente incentivando veramente lo sviluppo di comunità anche in difficili momenti post conflittuali. Poi, col tempo, l’agenzia è caduta in mani diverse. Si è scoperto che parte dei finanziamenti in Siria erano stati utilizzati per foraggiare Hayat Tahrir al Sham, ex diramazione siriana di al-Qaeda, oggi addirittura al potere a Damasco forse grazie anche a quei finanziamenti pagati dal contribuente statunitense.
In Europa i finanziamenti sono stati indirizzati verso iniziative che promuovevano la cultura LGBT anche nella musulmana Albania. Non solo, ma un’inchiesta ha rivelato che fondi USAID finanziano anche importanti quotidiani europei e no, per indirizzare e condizionare la linea editoriale
Sono state finanziate anche testate ucraine che erano impegnate a contrastare tesi che avrebbero potuto danneggiare il bellicismo atlantista.
Questi giornali sovvenzionati da USAID, hanno contribuito anche al linciaggio morale di noti giornalisti che pur essendo occidentali erano critici nei confronti di certe politiche ultra atlantiste riguardanti il conflitto, etichettandoli come putiniani con liste di proscrizione
Se a questo svelamento, aggiungiamo le preoccupanti dichiarazioni del segretario alla salute della nuova amministrazione, dobbiamo cominciare a comprendere che il fenomeno è molto serio e che si dovrebbe isolare coloro che alzano polveroni per distrarre le masse. Robert Kennedy Junior infatti ha detto pubblicamente che “La CIA è un pupazzo nelle mani del complesso militare industriale.
La sua funzione è quella di fornire un continuo flusso di guerre infinite per compagnie come Raytheon, General Dynamics, Northman,Grumman, Boeing e Lockheed Martin. Ecco per chi lavorano! Non certo per gli americani”
Lascia esterrefatti una tale durezza da parte di un membro dell’amministratore statunitense. Queste parole confermano la tensione che molti mormoravano esistesse, già prima delle elezioni, fra Trump e ambienti CIA e Pentagono.
È stato detto inoltre che anche la FED è controllata da interessi di banche private come la Jamie Dimon e la JP Morgan e Larry Fink di BlackRock. Noi europei con la BCE siamo abituati a queste logiche
Però Kennedy parla che esistono molte agenzie controllate tutte da gruppi economici e industriali dicendo che questo fatto non è insignificante ma è un pericolo per la democrazia, dimostrando di possedere un senso dello Stato che si sta tramontando in molti, specialmente in Europa.
Sembra sia in atto un accerchiamento non solo degli Stati ma anche delle culture, un gigantesco tentativo di disgregazione e di distruzione di ogni comunità o legame sociale
L’unica domanda che sarebbe opportuno porre è se questo turbine è casuale, una tempesta perfetta causata da un capitalismo incontrollato e impazzito, privo di ostacoli che, come il biblico leviatano, cerca di divorare tutto, oppure, come pensano altri, che dietro questa manovra esiste un’intelligenza lucida anche se una lucidità di tipo quasi diabolico.
Un importante filosofo francese contemporaneo, Serge Latouche, economista e docente all’università di Parigi, afferma che l’Occidente distrugge le culture di tutti i popoli oltre che la propria e questo perché l’Occidente, o meglio l’attuale modello occidentale che si è affermato, è rappresentante dell’anticultura.
La critica di Latouche è ferma ed è convinto che la cancellazione di tutte le culture sia un fenomeno ormai su scala planetaria
Viene teorizzata che tale strategia usi come truppe di questa sofisticata forma di imperialismo anche le cosiddette ONG e paradossalmente anche le varie organizzazioni umanitarie. Poi articola il ragionamento affermando che queste agiscono unicamente in nome della nozione dei diritti dell’uomo.
Per l’occidentale, quel che oggi è bene per il proprio giudizio, lo deve essere universalmente per ogni popolo, a qualsiasi cultura appartenga. Latouche arriva a teorizzare il fatto che oggi, la volontà di potenza del modello occidentalista, si può manifestare anche paradossalmente col dono più che con la violenza, una volontà di potenza psicologica è il ritenersi sempre nel giusto
Secondo il pensatore questa spinta si può manifestare anche con l’abnegazione dei medici senza frontiere. Per il pensatore francese, l’imperialismo del dono è una forma per imporre la propria cultura. Infatti dietro la solidarietà si può nascondere l’espansione della cultura individualistica dei diritti umani. L’individuo assunto come valore ultimo e assoluto.
Per Latouche, anche il fenomeno dell’over tourism o iper turismo o meglio dire sovraffollamento turistico che soffoca molte città, è un mezzo che sta distruggendo le culture perché l’impatto di questo tipo di turismo di massa, influenza negativamente la qualità della vita dei cittadini investiti da questa ondata di piena che produce stravolgimenti sociali provocando inesorabili allontanamenti dalle città anche a causa dei cosiddetti affitti brevi e, di conseguenza, la morte di queste, corrodendo il tessuto sociale
Le città storiche si sono trasformate, infatti, in giganteschi resort turistici perdendo il carattere arcaico della polis. Inoltre il sovrannumero obbliga a mettere in mostra come in vetrina tutta la propria grande cultura mortificata e resa sterile, perché non più vissuta. Anche per un altro filosofo francese, Alain De Benoist, l’over turismo arricchisce in minima parte il visitatore frettoloso ma, in compenso, mette fine alle identità culturali collettive, strategia il cui unico fine non è l’ampliamento degli orizzonti ma, al contrario la morte della vera cultura in senso ampio.
Riassumendo, la strategia di certi ambienti sembra sia quella di mettere fine ad ogni identità collettiva. Il dilemma rimasto in sospeso era lo stabilire se questa furia distruttiva sia una tempesta perfetta provocata da un anarco-capitalismo privo di argini, oppure una distruzione di ostacoli, in favore di un modello economico, voluta e portata avanti in modo scientifico. La vicenda USAID da cui siamo partiti sembra spostare il piatto della bilancia su questa seconda ipotesi, altrimenti non si comprende perché condizionare media, governi, cultura con sponsorizzazioni di guerre, terrorismo internazionale, di cultura Gender o altro. Viene anche il dubbio che molte agenzie pubblicitarie possano lanciare messaggi subliminali o anche espliciti su atteggiamenti che devono diventare moda diffusa influenzando masse suggestionabili e sempre più fragili. Il modello del personaggio fragile infatti è il più sponsorizzato. Questo, in una società di massa, può accadere con molti mezzi di comunicazione come la cinematografia, la televisione, le kermesse canore o gli avvenimenti sportivi, gli “innocenti” spot pubblicitari e i commenti di influencer del costume. La politica sembra ormai emarginata. Basta un finanziamento per influenzare chi si vuole, non occorre convincere alcuno, dato che con la fine delle ideologie e col rarefarsi dell’autentica cultura, le masse occidentali sembrano aggirarsi nel caos più completo e vistosamente spaesate come mai era avvenuto. Ormai facili prede privi di un Dio, privi di una patria e della famiglia, istituto che va sfaldandosi insieme ad ogni altro legame comunitario che a suo tempo Ferdinand Tonnies illustrò magistralmente.
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