La lettera con la quale Prandelli annuncia le proprie dimissioni è molto toccante. Mette a nudo l’allenatore ex viola facendo venir fuori l’uomo con tutte le proprie paure ed incertezze.
Cesare scrive che da diversi giorni un’ombra nera gli cresce internamente. Che non gli permette di essere sereno impedendogli di lavorare con convinzione per salvare la Fiorentina.
Il suo amore verso la città e la tifoseria ed anche la preoccupazione per la sua salute (si parla di crisi di panico ed attacchi di tachicardia) lo convincono a lasciare.
L’ex tecnico non si riconosce più in questo calcio che va ad una velocità che non gli appartiene ed anche se consapevole del fatto che potrà non allenare più. Nonostante le suppliche dei dirigenti viola non recede la propria decisione.
L’uomo che conosciamo bene ha una sensibilità fuori dal comune ed ha il coraggio di dimettersi quando capisce che internamente non ci sono più le condizioni ottimali per lavorare bene (ben 6 volte nella sua carriera da allenatore si è dimesso).
Quando Cesare scrive che in questo calcio non si riconosce più ammette che gestire venticinque calciatori che sono vere e proprie aziende che fatturano milioni di euro con procuratori sempre al loro fianco è davvero difficilissimo. Bisogna non guardare in faccia nessuno ed avere una forza mentale importante con la proprietà che deve esserti vicina e supportarti.
Ed in questo caso una società giovane, inesperta condotta da un manager capace ma comunque solo da due anni in questo mondo non è stata di grande aiuto.
Ecco spiegato il corto circuito di Prandelli. Al quale non possiamo che dire grazie per la bella persona che era ed è.
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