Firenze – Un’altra notte di amicizia e tranquillità nell’isola felice fiorentina. Il luogo dell’accaduto è il tristemente noto Parco delle Cascine. Polmone verde della città, un tempo destinato a famiglie e bambini per fare una passeggiata e, di questi periodi, ripararsi dal calore.
Oggi invece passa agli onori della cronaca per essere la più importante centrale di spaccio di Firenze.
Ieri sera l’ultima dimostrazione di civiltà: un uomo che passeggiava intorno alle 23.00 dalle parti di Piazza Vittorio Veneto (folle, è un girone infernale), ha visto un corpo riverso a terra e ha allertato immediatamente i soccorsi.
Arrivati sul posto 113 e 118, hanno potuto immediatamente constatare che si trattava di un ragazzo ventitreenne del Gambia che, secondo le prime ricostruzioni della Questura, il ragazzo sarebbe stato affrontato da un gruppo di nordafricani, tutti ben corredati di coltello (avevo già detto che la zona è un po’ pericolosa?).
I magrebini, armati non solo di lama, ma anche di senso artistico, avrebbero cercato di fare dell’africano, un novello San Sebastiano, infilzandolo come il martire romano.
I medici di Santa Maria Nuova, dove il ragazzo è stato ricoverato non in pericolo di vita, hanno potuto riscontrare numerose ferite da taglio alla testa, al collo e al torace.
Ovviamente gli inquirenti ancora tacciono sulle motivazioni dell’accaduto, ma è fatto assodato che non scorra buon sangue tra africani e magrebini. Sangue ne scorre e basta, magari pure in abbondanza.
Il predominio dello spaccio della droga alle Cascine è una questione di business decisamente importante, e va affrontata con decisione. Si può presumere che quello di ieri sera sia un avvertimento a non pestare troppi piedi. Sarebbe potuto finire in modo più definitivo.
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