Firenze, droga e risse: 10 arresti. Per spacciatori anche un servizio mensa – Video

FIRENZE

Firenze, maxi retata dei carabinieri. Emessi anche 16 divieti di dimora nella provincia di Firenze. Documentata anche una violenta rissa per il controllo del territorio

Spaccio anche ai minori. E poi risse, continue cessioni di stupefacente. Sacchetti e mini-dosi di droga che viaggiavano di mano in mano alle Cascine e sulla linea 1 della tramvia. Maxi operazione dei carabinieri, che hanno arrestato dieci persone. Emesso anche l’obbligo di dimora in provincia di Firenze per altri sedici soggetti. Tutti sarebbero responsabili dell’inferno che erano diventati alcuni angoli del Parco delle Cascine e alcuni punti della linea 1 della tramvia.

Lo spaccio a cielo aperto

Nei quali, come dimostrano i video, si spacciava a cielo aperto. Che questa operazione risolva il problema droga a Firenze? No, ma di sicuro la banda che terrorizzava il polmone verde della città è stata sgominata. Tutti e 26, i dieci arrestati e i sedici con il divieto di dimora, sono extracomunitari, per lo più di origine gambiana.

Sono loro che rifornivano parte della piazza fiorentina di hashish e marijuana. Le ordinanze sono state disposte dal gip Agnese di Girolamo su richiesta del pm Gianni Tei. Le indagini sono state condotte dal Nucleo operativo della Compagnia dei carabinieri di Oltrarno. Sono state documentate 278 cessioni di droga.

Maxi rissa

Registrata anche, tra il 15 e il 16 aprile scorso, anche una maxi rissa con armi improprie (un paletto di legno, la ruota di una bicicletta) con il coinvolgimento di dieci degli indagati. Il Parco delle Cascine era stato diviso dagli spacciatori in quattro zone. E durante il lockdown, nonostante le restrizioni, l’attività di spaccio era andata avanti. Gli appostamenti, i pedinamenti e la videosorveglianza hanno permesso ai carabinieri di ricostruire la rete di spaccio.

“Nel corso dell’indagine – scrivono i carabinieri – si è assistito al quotidiano popolamento delle zone di spaccio da parte degli indagati, che cedevano stupefacente a numerosi acquirenti, spesso dopo averlo prelevato da nascondigli. Tra loro, gli indagati hanno manifestato una forte solidarietà, rifornendosi reciprocamente dello stupefacente, facendo a turno da passamano nella raccolta del denaro consegnato dagli acquirenti e nel presidiare il territorio.

La mensa dello spaccio

Gli indagati consumavano sul posto pasti distribuiti, a pagamento, da un uomo ed una donna di africani. Infine si è osservato che a turno gli indagati effettuavano dei giri ricognitivi intorno ai luoghi di spaccio, al fine di controllare la presenza o l’arrivo delle forze dell’ordine”.

 

fonte: La Nazione

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