Forse il sindaco uscente del capoluogo Toscano si è accorto che ha degli antagonisti anche dalla sua stessa parte: quesi candidati comunisti o di sinistra che gli stanno drenando voti. E allora perché non autorizzare una guerriglia urbana? Giusto per cercare di accaparrarsi anche quei voti dell’ultrasinistra che Renzi aveva smarrito.
Teatro della battaglia: Piazza della Repubblica. Quella piazza appena restaurata (male e a lungo) coi soldi dei cittadini. Al grido nardelliano di “contestare Salvini è un diritto” si sono accampati i centri sociali, qualche sigla sindacale, e tutti quelli che avevano voglia non di fare politica, ma solo disordine civile.
Una muraglia di bandiere rosse e incredibili bandiere arcobaleno, che in teoria dovrebbero inneggiare alla pace, hanno cercato con forza e violenza, di impedire a normali cittadini di raggiungere il comizio di Bocci e Salvini che si teneva in Piazza Strozzi. Dove si sono radunati più di mille fiorentini stanchi di essere schiacciati dalla nomenklatura.
Solo l’intervento Polizia in assetto anti sommossa (grazie ragazzi) ha evitato che la situazione potesse degenerare.
Il sindaco dovrebbe chiedere per prima cosa SCUSA alla città di Firenze, SCUSA agli agenti di Polizia rimasti feriti nel compiere il loro dovere, SCUSA, a chiunque non si riconosca in una violenza gratuita e poiliticizzata.
E poi arriva il comunicato: Firenze è una città democratica, antifascista… Ormai se non si mette la parola antifascista, si ha paura di non essere ascoltati. Belle premesse, non c’è che dire, magari se si evitasse di tornare gli anni di piombo, sarebbe pure cosa gradita.
L’istigazione alla violenza ai danni del Ministro dell’Interno perpetrata in questi giorni ha prodotto uno schifo indegno di Firenze e di qualsiasi altra città del mondo occidentale. E questo per una manciata di voti?