Vivo in una città, Firenze, che ha molte cose da far invidiare al mondo. È prigioniera del lascito della Elettrice Palatina e della Firenze Medicea e Comunale. Ma tutto sommato, un po’ di modernità con Spelacchio ed altre mostre di arte moderna si vede. E ci fanno parlare.
La città è piccola, ci conosciamo tutti. Tutti teniamo famiglia, tutti facciamo parte di associazioni umanitarie e non, circoli sportivi e non, e tutti contribuiamo alla vita cittadina. Che ha una caratteristica: un governo locale stratificato e frutto di un processo storico ben preciso. Somma di due movimenti rispettabili: quello cattolico e quello socialista.
Questo fatto determina anche l’azione delle forze di opposizione, che localmente non sono poi così forti. E non bilanciano o per meglio dire esercitano quella funzione di controllo, di cane da guardia dell’operato della maggioranza.
Soprintendenza e tranvia
Un articolo di qualche giorno fa ricordava come i reati a Firenze ci sono, e ci collocano in alto nelle classifiche delle città italiane più pericolose. Di tutti i giorni le notizie sui lavori e sugli intoppi ai lavori, giustificati o meno, tipo l’intervento della sopra intendenza in Piazza Libertà teso a verificare reperti che negli scavi escono allo scoperto. Un passato storico da preservare sicuramente, ma… ma è facile cascare nella polemica perché la soprintendenza ha tempi biblici per risolvere queste questioni.
I lavori della tranvia poi sono stati l’emblema di alcune inefficienze sui tempi direi storiche.
Non mi voglio dilungare sulle piste ciclabili tipo il triangolo Viale Segni – Viale Mazzini – Viale Gramsci dove i residenti non sanno più dove parcheggiare.
Cosa fa l’opposizione?
Ma una cosa la voglio scrivere chiaramente: l’opposizione cosa fa di concreto? Un’interrogazione al Sindaco? Un’interrogazione al Consiglio Comunale? Si preoccupa di informare i cittadini che sta operando un controllo teso a migliorare le scelte della amministrazione comunale? Oppure sta seduta, fa il compitino – giusto per l’amor di Dio – e si ferma lì, magari per andare a prendere un caffè in piazza? Si può obiettare che l’opposizione sia attiva sui social, magari tra gli associati o i simpatizzanti. Cioè con quelli che non c’è bisogno di convincerli perché già credono in determinate politiche. Che fa? Esiste?
Con questo, amministrare una città complessa come Firenze non è facile. Con un centro preda dei turisti mordi e fuggi, con una atavica assenza di parcheggi, con la tranvia, con flussi di auto importanti e piena di criminalità. Però chi si oppone non può rifugiarsi nella melassa dei luoghi comuni o dei compitini. Ha il dovere di essere pungolo, cane da guardia. Solo così può ambire poi a posizioni di governo in campagna elettorale.
Su questo tema preferisco non esprimermi, se non segnalare che i fiorentini sono in grado di eleggere i sindaci autonomamente. Lo fecero già a suo tempo con Matteo Renzi che nelle file del PD aveva due oppositori proposti dalle fila del Partito: Lapo Pistelli e Michele Ventura, tutti e due espressioni di Roma. Ecco per avere un sindaco fiorentino, che mastica di questioni fiorentine, non ci vuole accordi fatti a Roma, o chissà dove. Ma scegliere il meglio tra i politici che emergono dalla melassa. È questo che può determinare la differenza per un cittadino in sede di elezioni.
Basterebbe un po’ di volontà
Pensate solo a questo: il soprintendente vuole vederci chiaro in piazza Libertà sui reperti archeologici. Ci vogliono 15, 30 giorni di blocco lavori? Troppo. 3 giorni con personale e strumentazione forse basterebbero. È questione di volontà e mezzi. Ci vuole efficienza e concretezza. Lo stesso dicasi per i lavori della tranvia. Una persona ogni tanto non va bene. È un’opera pubblica. Ci vuole poco a farla se ci sono efficienza e concretezza. E rispetto per i cittadini che non hanno parcheggi. E così via.
Un po’ di concretezza in questa vita politica locale sarebbe ciò che ci necessità a noi cittadini. Perché amministrare Firenze è difficile ma di grande soddisfazione perché è una città unica al mondo. Impegnatevi di più.
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