Viaggio nelle occupazioni abusive di immobili fiorentini: la lotta dei movimenti per la casa. Il via vai continuo soprattutto di immigrati aumenta l’abusivismo ed il degrado si impadronisce della prima periferia fiorentina.
Il flusso migratorio, ininterrotto, che ha interessato il nostro paese negli ultimi anni, produce soprattutto nelle Regioni italiane più “accoglienti”, come la Toscana del governatore Rossi, tra l’altro, un forte incremento di occupazioni abusive di immobili. Secondo i dati Federcasa sono 48 mila alloggi detenuti illegalmente nel nostro Paese, di cui l’81% preso proditoriamente con la forza, con un incremento del 20,9% tra il 2004 e il 2013. Le aree maggiormente interessate sono il Mezzogiorno (53,4%) ed il Centro Italia (36,5%).
E non si può dire che il fenomeno sia nascosto: basta fare un giro nella nostra Firenze, soprattutto nella zona nord, per accorgersene.
Partiamo quindi dalla Autostrada Firenze Mare verso Novoli, e ci imbattiamo nell’ex Hotel Concorde in Viale Gori, alle porte dell’Osmannoro. Qui vivono molte famiglie, circa 40 persone, rientrate nel fabbricato dopo che nel dicembre scorso vi si era sviluppato un incendio con sette intossicati, tra cui due minori di 11 e 15 anni. Già, perché nella maggior parte dei casi questi edifici risultano privi di allacciamenti e si provvede al riscaldamento e alla cottura con mezzi di fortuna, pericolosi ed improvvisati.
Ci spostiamo verso l’area di Firenze Nova ed incontriamo il Palazzo ex Agenzia delle Entrate, occupato per due anni da circa 200 persone, tra cui 40 minori, sgomberato solo ad ottobre scorso a seguito di un decreto di sequestro preventivo emesso dall’autorità giudiziaria. Soprattutto richiedenti asilo, molti dei quali in passato sgomberati da altre occupazioni, provenienti da Eritrea, Somalia, Ghana, Nigeria. Presenti anche persone provenienti da Romania, Senegal, Marocco e circa una decina di italiani.
E sempre richiedenti asilo, soprattutto eritrei e somali, con il supporto di giovani dei centri sociali sono coloro che da anni occupano lo stabile di proprietà Unipol di Via Baracca, angolo Via Villa Demidoff .
L’edificio, dapprima abbandonato ed occupato, venne sgomberato tre anni fa dalla occupazione abusiva, causando marce e manifestazioni di protesta organizzate dal Movimento di lotta per la casa.
Ristrutturato completamente, è stato nuovamente occupato e ad oggi risultano indisturbati coloro che abitano nel fabbricato, adibito ad alloggi e centro sociale; ad oggi la proprietà non risulta abbia ancora denunciato l’accaduto, pur noto alla Forze dell’ordine.
Un altro punto caldo delle occupazioni è degrado, è il vicino complesso ex Inps di Via Toselli, da non confondersi da quello sempre ex Inps tra via Foggini e viale Talenti, all’Isolotto, sgomberato nel gennaio 2018 in quanto occupato ad opera di un gruppo di giovani militanti afferenti a realtà antagoniste fiorentine.
Anche in Via Toselli, prospiciente la parallela Via Maragliano, la proprietà risulta inerte nel denunciare le occupazioni abusive, la cui entità numerica non è nemmeno accertata, ma è indubbiamente notevole, stanti i tantissimi occupanti, per lo più cittadini slavi o albanesi, che vi risiedono da anni, come nei locali ex Inps di Via delle Porte nuove.
Per tacere la situazione dell’ex asilo Richtyer in Via Reginaldo Giuliani, l’ex Gover di Via Pistoiese e le sue baracche , ed altre piccole realtà meno appariscenti che fanno ammontare a 18 gli edifici occupati a Firenze.
Queste le sole emergenze che vedono edifici occupati nella loro totalità, senza contare le miriadi di singoli appartamenti ed abitazioni private che quotidianamente vengono violati e sottratti ai legittimi proprietari, per i quali, pare assurdo, non vi è neppure una mappatura aggiornata.
Questi fenomeni di illegalità, pongono in pericolo sia gli stessi occupanti, è proprio il caso di dirlo, degli immobili, che coloro che abitano gli edifici limitrofi, creano disagio e degrado e sono terreno di coltura fertile di delinquenza, anche tra gli stessi abusivi che spesso per essere ammessi ai locali si trovano a pagare pizzi e tangenti, veri propri canoni a chi queste sistemazioni di fortuna gestisce.
Inoltre, come già detto, la mancanza di riscaldamento o gas per cucinare, viene colmata con artigianali rimedi, accensione di fuochi all’interno delle strutture o cucine da campo, che pongono in pericolo tali edifici e quelli circostanti. Per non parlare dei bivacchi e della piccola criminalità, che microcriminalità non è affatto, che si espande in tali zone e colpisce i comuni cittadini.
La politica si mobilita con scarsi risultati
Recentemente si è espresso in modo del tutto condivisibile, su tali temi, il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). “I palazzi occupati – sottolinea Stella – sono dei luoghi degradati, in condizioni precarie a livello sanitario e di sicurezza, come dimostra la vicenda ex Concorde: sembra che il rogo si sia sviluppato da un fornellino da campeggio usato per cucinare. Chiediamo a Palazzo Vecchio e alle istituzioni preposte di sanare questa situazione di oggettiva illegalità, e approntare un cronoprogramma per attuare gli sgomberi dei palazzi occupati in città. Gli edifici vanno restituiti ai legittimi proprietari, che tra l’altro ci pagano le tasse, e vengono ingiustamente privati di un loro bene”.
Ma tale posizione condivisibile pare non abbia fatto breccia a Palazzo Vecchio.
Nelle more della ricerca di alternative alloggiative e la lentezza dei processi di sfratto e sgombero, per adesso tali edifici sono ancora in mano all’abusivismo e non si sa, in mancanza di un piano organico del Comune in accordo con la Autorità Giudiziaria, come verranno recepite le recenti disposizioni del Governo in materia, che mirano a snellire e velocizzare la restituzione delle abitazioni ai proprietari, ma che a Firenze paiono non aver trovato campo di applicazione.