Viaggio nelle occupazioni abusive di immobili fiorentini: la lotta dei movimenti per la casa. Il via vai continuo soprattutto di immigrati aumenta l’abusivismo ed il degrado si impadronisce della prima periferia fiorentina.
E non si può dire che il fenomeno sia nascosto: basta fare un giro nella nostra Firenze, soprattutto nella zona nord, per accorgersene.
L’edificio, dapprima abbandonato ed occupato, venne sgomberato tre anni fa dalla occupazione abusiva, causando marce e manifestazioni di protesta organizzate dal Movimento di lotta per la casa.
Ristrutturato completamente, è stato nuovamente occupato e ad oggi risultano indisturbati coloro che abitano nel fabbricato, adibito ad alloggi e centro sociale; ad oggi la proprietà non risulta abbia ancora denunciato l’accaduto, pur noto alla Forze dell’ordine.
Anche in Via Toselli, prospiciente la parallela Via Maragliano, la proprietà risulta inerte nel denunciare le occupazioni abusive, la cui entità numerica non è nemmeno accertata, ma è indubbiamente notevole, stanti i tantissimi occupanti, per lo più cittadini slavi o albanesi, che vi risiedono da anni, come nei locali ex Inps di Via delle Porte nuove.
Per tacere la situazione dell’ex asilo Richtyer in Via Reginaldo Giuliani, l’ex Gover di Via Pistoiese e le sue baracche , ed altre piccole realtà meno appariscenti che fanno ammontare a 18 gli edifici occupati a Firenze.
Queste le sole emergenze che vedono edifici occupati nella loro totalità, senza contare le miriadi di singoli appartamenti ed abitazioni private che quotidianamente vengono violati e sottratti ai legittimi proprietari, per i quali, pare assurdo, non vi è neppure una mappatura aggiornata.
Questi fenomeni di illegalità, pongono in pericolo sia gli stessi occupanti, è proprio il caso di dirlo, degli immobili, che coloro che abitano gli edifici limitrofi, creano disagio e degrado e sono terreno di coltura fertile di delinquenza, anche tra gli stessi abusivi che spesso per essere ammessi ai locali si trovano a pagare pizzi e tangenti, veri propri canoni a chi queste sistemazioni di fortuna gestisce.
Inoltre, come già detto, la mancanza di riscaldamento o gas per cucinare, viene colmata con artigianali rimedi, accensione di fuochi all’interno delle strutture o cucine da campo, che pongono in pericolo tali edifici e quelli circostanti. Per non parlare dei bivacchi e della piccola criminalità, che microcriminalità non è affatto, che si espande in tali zone e colpisce i comuni cittadini.
La politica si mobilita con scarsi risultati
Recentemente si è espresso in modo del tutto condivisibile, su tali temi, il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). “I palazzi occupati – sottolinea Stella – sono dei luoghi degradati, in condizioni precarie a livello sanitario e di sicurezza, come dimostra la vicenda ex Concorde: sembra che il rogo si sia sviluppato da un fornellino da campeggio usato per cucinare. Chiediamo a Palazzo Vecchio e alle istituzioni preposte di sanare questa situazione di oggettiva illegalità, e approntare un cronoprogramma per attuare gli sgomberi dei palazzi occupati in città. Gli edifici vanno restituiti ai legittimi proprietari, che tra l’altro ci pagano le tasse, e vengono ingiustamente privati di un loro bene”.
Ma tale posizione condivisibile pare non abbia fatto breccia a Palazzo Vecchio.
Nelle more della ricerca di alternative alloggiative e la lentezza dei processi di sfratto e sgombero, per adesso tali edifici sono ancora in mano all’abusivismo e non si sa, in mancanza di un piano organico del Comune in accordo con la Autorità Giudiziaria, come verranno recepite le recenti disposizioni del Governo in materia, che mirano a snellire e velocizzare la restituzione delle abitazioni ai proprietari, ma che a Firenze paiono non aver trovato campo di applicazione.