Firenze, 27 maggio 1993: 27 anni fa la strage dei Georgofili, una data indelebile nella storia della città
Ogni fiorentino ricorda quella notte maledetta. Erano le 01.04 e tutta la città venne scossa da un tremendo frastuono. Chi dormiva fu svegliato, chi era sveglio sobbalzò. Tutti capirono subito che si trattava di qualcosa di grave. Una mano oscura, vile, aveva colpito il cuore della Culla del Rinascimento, proprio dietro gli Uffizi, a due passi Ponte Vecchio. Nessuno, neanche in guerra, aveva mai osato tanto.
Sconquassata la Torre dei Pulci. Fuoco, detriti e tanto fumo tutto intorno agli Uffizi. L’odore acre dell’esplosivo saturava le stradine medioevali circostanti. Un Fiat Fiorino, riempito con trecento kg di tritolo, era stato fatto esplodere nel cuore di Firenze. Cinque persone persero al vita: Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lei custode dell’Accademia dei Georgofili e lui ispettore dei vigili urbani, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi e lo studente universitario fuori sede, di Sarzana, Dario Capolicchio. Quarantuno i feriti.
Anche le opere d’arte subirono ingenti danni, furono danneggiati gravemente alcuni ambienti della Galleria degli Uffizi e del Corridoio Vasariano. Alcuni dipinti andarono invece perduti per sempre.
Fu un attentato terroristico, su questo non ci sono dubbi. Attraverso le dichiarazioni di alcuni pentiti i magistrati sono arrivati ad attribuire la responsabilità di questo orrendo crimine alla Mafia. Tuttavia rimangono diverse ombre, quei tragici eventi attendono ancora oggi una completa ed esaustiva ricostruzione storica e politica.
LA RISPOSTA DI FIRENZE
Ogni anno si perpetua la memoria delle vittime dell’atto dinamitardo: Angela, Fabrizio, Nadia, Caterina, Dario non saranno mai dimenticati. Con essa si rinnova anche il senso della civile risposta data da tutti i fiorentini.
In questo 2020 l’Accademia ha dichiarato di trovarsi nell’impossibilità di commemorare la XXVII ricorrenza nei modi consueti a causa delle restrizioni legate al Covid-19. Durante la notte si è invece tenuta la commemorazione delle istituzioni, proprio nell’orario in cui esplose la bomba. Un piccolo corteo è partito da Palazzo Vecchio per raggiungere via dei Georgofili, hanno partecipato il Prefetto, esponenti della Giunta Comunale, del Consiglio Comunale e di quello regionale. Ovviamente presente il Gonfalone del Comune e una delegazione della Polizia Municipale.
Ciò che è più importante però è la determinazione della gente comune: oggi i profili social dei fiorentini sono intasati dalle terribili immagini di quel giorno, i nomi delle vittime riecheggiano in ogni dove. La città risponde ogni anno come ha sempre saputo fare nei momenti più duri, ovvero attraverso la coesione, l’orgoglio e il senso di appartenenza. In una parola? Fiorentinità.
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