Piazza dei Tigli, Isolotto, Firenze: lunedì ore 12:00. Orario difficile ma la piazza è piena di gente. Di gente stanca. Tutti attendono Salvini. Tutti vogliono sentire Bocci.
Il centro destra toscano è tutto presente. E compatto. Sul palco si alternano Scipioni, Marco Stella che vuole rompere l’egemonia del PD e spezzare il sistema di potere radicato in città.
È poi la volta di Paolo Marcheschi, candidato di partenza di FdI e che ha fatto un passo indietro con grande senso di responsabilità. Per lui Firenze è pronta alla rivoluzione pacifica del centro destra con una squadra compatta e vincente.
Poi Francesco Torselli: oggi Nardella parte dai palazzi del centro. Noi dall’Isolotto. Noi parliamo alle persone che ci ascoltano nascosti dietro le tende, perché hanno paura a venire in piazza.
Ecco Andrea Romiti per Livorno e Daniele Spada per Prato. Fino a Ubaldo Bocci. Simpatico e spigliato. Non un politico ma un fiorentino vero che ha sempre lavorato, che ha una moglie e quattro figli. Che si meraviglia che lo definiscano cattolico con disprezzo. Lui che di essere cattolico ne fa un vanto. Giustamente.
Ed ecco Salvini. E le bordate sono in arrivo: Nardella mi chiede, in quanto Ministro dell’Interno più poliziotti per Firenze quando il suo amico Renzi ha bloccato le assunzioni per le forze dell’ordine. Poi non ci vuole uno scenziato per capire che se ho una casa popolare da dare e da una parte ho un fiorentino che lavora e fatica tutto il giorno, e dall’altra uno che è arrivato ieri, la casa va data al fiorentino. E che una ragazza dell’Isolotto debba sentirsi libera di tornare a casa la sera in gonna, senza paura di essere violentata. E nei parchi ci devono andare le famiglie col cane: non tossici e spacciatori.
La Firenze degli stanchi è pronta.