Firenze: un centinaio di persone per la Palestina dimostrano di essere immuni al Covid

palestina

Ieri sera mi è capitato di passeggiare per piazza S. Lorenzo a Firenze e ho visto una manifestazione a favore della Palestina. Fra una decina di bandiere (giustamente) palestinesi, c’era un buon numero di falci e martelli, che non guastano mai.

Uno ha provato anche a venderne a me, ma ho declinato gentilmente l’invito. Non vado in giro con la bandiera neanche allo stadio.

Ma tralasciando le mie convinzioni politiche pro o contro la Palestina, pro o contro Israele, quello che mi preme sottolineare è l’evidenza empirica dell’immunità.

Sì perché dopo il 25 aprile in Santo Spirito (clicca QUI per l’articolo), adesso c’è il 15 maggio in San Lorenzo. Differente piazza, differente motivazione (almeno apparente), ma attori simili se non uguali, e stessa immunità al covid.

Rispetto al 25 aprile c’erano più forze dell’ordine, ma evidentemente avevano avuto disposizioni di girarsi dall’altra parte.

La calca, anche se numericamente poco rilevante, era piuttosto densa. Insomma c’era l’odiosissima parola “assembramento”. Stavano pigiati come sardine (ops!) e l’utilizzo della mascherina era alquanto estroso. Ma che ci vuoi fare, la falce e il martello sono meglio di Pfizer.

Nel frattempo, ai ristoranti

Proprio lì, alle spalle dei filopalestinesi, ecco una figura triste. Guarda sconsolato i suoi pochi tavoli apparecchiati nella piazza (almeno finché non piove) e scuote la testa. È uno dei ristoratori che si affacciano sulla piazza.

Scuote la testa e mi avvicino: “Guardi qua – mi dice – sono tutti appiccicati. E a noi ristoratori vengono a misurarci la distanza tra i tavoli. Quei fortunati che riescono ad averne 4 o 5 all’aperto. Per gli altri invece… C’è poco da misurare.”

Ma nei ristoranti ci si ammala di Covid, è risaputo. Invece a stare in piazza a contatto di gomito si diventa immuni. Specialmente al buonsenso. Il tutto sempre e comunque sotto la protezione della falce e del martello.

 

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