Forse voi che pronunciate questa sentenza..
Ho incontrato Giordano Bruno ai tempi della scuola e dell’università, quando per me la filosofia era soltanto una materia scolastica e la “conoscenza” finalizzata al passaggio alla fase di studi successiva.
La determinazione
Mi ha fatto piacere rileggerlo in maturità , se non in vecchiaia, anche se in modo superficiale e parziale data la vastità della sua opera. Ma ciò che ho recepito e percepito, come allora, è la grande empatia che l’uomo emana. Di carattere e temperamento poco incline ad accettare concetti e imposizioni passivamente e acriticamente , decisamente troppo ribelle per quei tempi, ma soprattutto determinato.
Determinazione che nasce dalla volontà di esprimere se stesso e i suoi convincimenti.
La sincerità nei confronti di se stessi e degli altri è necessaria e imprescindibile per il raggiungimento di un dialogo veramente aperto alla comprensione reciproca.
D’altra parte è necessaria anche chiarezza nell’esposizione delle idee, fondamentale per comprendere ed essere compresi. Purtroppo non sempre si riesce a esprimersi in modo “giusto e perfetto” dando luogo a fraintendimenti.
Giordano
Frate Giordano parla dell’eroico furore che muove il mondo. Negli ultimi anni, a posteriori, ho realizzato che nulla di consistente e importante si realizza nella propria vita se non per passione, con il cuore. D’altra parte per equilibrare sentimenti e emozioni è condizione necessaria l’esercizio della ragione e del raziocinio.
Ma chi sceglie la pratica della libertà di coscienza, chi difende la propria consapevolezza di essere nel giusto, la propria onestà intellettuale, con la forza e della ragione e del cuore , deve imparare a difendersi da chi, non ancora affrancato realmente, predica la tolleranza come valore fondamentale mentre rifiuta soltanto a parole il dogmatismo e il pregiudizio e professa solo l’intransigenza.
Nel mondo di oggi, almeno nella nostra cultura occidentale, la libertà, di pensiero e di azione, è abbastanza facile da perseguire e praticare. Esprimere a parole concetti aulici e ideali, lo è altrettanto.
Ma ciò che conta, alla fine, è il comportamento, sono le azioni e l’ atteggiamento positivo verso tutto ciò che ci circonda. Anche in ambito politico.
Il predicatore esorta a non fare il male, mentre uno dei principi fondanti del politico è fare il bene, bene facere, beneficenza. Forse non si può pretendere così tanto né dagli altri né da se stessi, ma è già un primo passo verso la conquista del bene porsi nella condizione di non fare del male. Quando arrivano all’attuazione del bene per i cittadini i politici si finalmente definire saggi. E sicuri di fare il proprio dovere.
Una valutazione personale
Dovendo fare un ritratto morale e psicologico è da definire persona libera nel pensiero e nelle azioni chi gestisce la cosa pubblica. Ma se l’empatia con la gente dovesse venire meno ciò non deve dare adito a una delusioni irreversibili perché la forza della ragione deve fare superare qualsiasi delusione. Potrebbe capitare di ferire o essere feriti da qualcuno nel proprio percorso di vita, privata e pubblica, e magari non di proposito. Si deve dunque essere, tutti, pronti anche a recitare il “mea culpa” per essere stati, troppo “liberi” nel comportamento, pur nel rispetto delle regole, anzichè omologarsi a tutto campo: la libertà di azione e di pensiero è un giusto diritto/dovere.
Ma non sempre si è compresi e capita di essere messi al rogo. Naturalmente simbolico.
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