Francia, Macron e chi sdoganare

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Francia, Macron e chi sdoganare

Michel Barnier, Mr. Brexit, è durato in carica per soli tre mesi. La mozione di sfiducia preparata dallo schieramento che fa capo a Jean-Luc Mélenchon è stata votata anche dalla destra di Marine Le Pen.

Mozione passata a maggioranza dell’Assemblea Nationale. Si volta pagina

Ora la palla torna nuovamente a Macron

Il presidente francese dovrà cercare un nuovo fragile delicato equilibrio parlamentare. Però Marine Le Pen si trova davanti ad una situazione di forte vantaggio esattamente come Jean Luc Manson.

E questo perché l’opzione più probabile, per garantire un governo stabile è, quella che il presidente Macron coinvolga uno dei due attori direttamente.

Questo sdoganerebbe i ghettizzati

Sarebbe la fine delle operazioni fatte da Macron, per tenere la politica francese equilibrata tra il centro, i socialisti e i repubblicani privi di consenso. Quantomeno per farne per rimanere una parte il capo di stato francese dovrebbe scendere a compromessi con gli esclusi di un tempo.

Il vero problema del compromesso sarà quanto dovrà cedere Macron e quanto dovranno concedere coloro i quali ambiscono ad entrare a far parte del governo.

Nulla di strano. La politica è compromesso. Però qui ci si gioca il consenso. Ed in un periodo nel quale i moderati sono all’angolo in tutto il mondo, l’abbraccio, a condizioni troppo a ribasso può essere fatale sia per la Le Pen che per Mélenchon.

Se nell’operazione governista uno dei due si brucia, l’altro rimane l’unico catalizzatore di gran parte dissenso, ormai diffuso in Francia.

Il problema di sdoganare la sinistra

Il problema con la sinistra radicale francese è il problema che ha anche il Partito Democratico con la sinistra radicale italiana. La politica estera!

Come farebbe Macron a garantire ad esempio un impegno militare a sostegno dell’Ucraina ?

La gente di Mélenchon vede  come fumo negli occhi gli Stati Uniti. Vede come un nemico Israele.

La Frexit non è un rischio da trascurare

Macron non può cedere sulla collocazione internazionale della Francia.Mélenchon non può appoggiare la politica estera di Macron così com’è, salvo giocarsi larga parte del suo elettorato.

L’unico modo per inserire Mélenchon è  trovare un compromesso, ma la strada è molto stretta.

L’occasione di Marine Le Pen

A questo punto il Rassemblement National ha una grande occasione. Perché almeno per la politica estera potrebbe garantire una stabilità differente.

In fondo un accordo non dichiarato tra la leader del Rassemblement National e Macron già c’era. L’attuale governo si teneva sulla non sfiducia della destra.

Chiaramente anche lei ha il problema di non poter fare compromessi troppo a ribasso per non giocarsi il consenso elettorale.

Il vero appuntamento nella politica francese è l’Eliseo

L’eliseo è lontano. Ma non  troppo . Siamo già nel 2025 ormai. E la scadenza naturale sarebbe tra poco più di due anni. Ma anche le legislative Non sono uno scherzo.

Se Macron dovesse scegliere un’alleanza, legittimerebbe la destra. Il Rassemblement National non potrebbe più subire mobilitazioni trasversali a suo danno.

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