Macron si è insediato all’Eliseo con altergia di chi ci fa l’onore di darci lezioni.
Non ha ritenuto di limitare i suoi preziosi insegnamenti ai connazionali, con piglio messianico ha lanciato moniti a tutti i popoli d’Europa.
Con gli italiani, poi, è stato costretto a utilizzare la bacchetta, mezzo di educazione coercitiva obsoleto ma necessario con una ridda di indisciplinati quali sono gli odiati cugini d’oltralpe – noi.
Con sprezzante presunzione ci ha impartito lezioni su ogni tema dello scibile.
Ci ha insegnato la condotta da tenere con i migranti e con le navi che prendono a bordo, lui che i porti li ha chiusi da tempo.
Ci ha spiegato l’importanza di trattare con umanità coloro che giungono sul nostro territorio nazionale, lui che li ha fatti scaraventare senza pietà dalla gendarmerie oltre confine (violando ogni norma di base di uno Stato di diritto).
Negli ultimi giorni alcuni video ne hanno mostrato il vero volto, i Gillet gialli hanno avuto la forza di strappargli la maschera.
Cento adolescenti costretti in ginocchio con le mani dietro la testa mentre uomini in assetto di guerra li guardano minacciosi, fa gelare il sangue.
Sono immagini forti, ma non raggiungono l’intensità simbolica di un video finito sul web ieri: un nuvolo di uniformi blu armate fino ai denti, accerchiano un ragazzo su una sedia a rotelle. Il giovane è disarmato, gli agenti lo scherniscono, sono tanti, intorno al disabile inchiodato sulla carrozzina, il ragazzo cerca di allontanarli, lo fanno cadere a terra – inerme e umiliato.
Macron tace, suonando il requiem della democrazia.
La nemesi sarà la caduta dell’infido inquilino dell’Eliseo.