Firenze – Stamattina al via il processo in Corte d’appello che vede imputati Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. I due sono accusati di emissione di fatture false, reato per il quale in primo grado erano stati condannati, il 7 ottobre del 2109, a un anno e nove mesi, insieme all’imprenditore Luigi Dagostino, condannato a due anni.
In apertura d’udienza i difensori di Tiziano Renzi – come riporta Adnkronos – hanno chiesto il rinvio per legittimo impedimento in quanto il padre dell’ex premier ieri sera è stato ricoverato in ospedale. I giudici si sono ritirati in camera di consiglio per decidere sull’istanza presentata; e sulla possibilità di stralciare la posizione di Renzi e celebrare il processo a carico degli altri due imputati. Ovvero Laura Bovoli e l’imprenditore Luigi Dagostino.
I fatti al centro del processo risalgono al 2015, quando l’imprenditore Luigi Dagostino era amministratore delegato della Tramor, società di gestione dell’outlet The Mall di Leccio di Reggello (Firenze), e avrebbe incaricato le società Party ed Eventi 6, entrambe facenti capo ai Renzi, di studi di fattibilità per lavori all’outlet.
Tiziano Renzi e Laura Bovoli
Le fatture considerate false e oggetto del processo, perché secondo l’accusa non corrisponderebbero a prestazioni realmente effettuate, sono due: una da 20mila e l’altra da 140mila euro più Iva. Le fatture pagate alla società Party srl (quella da 20mila euro); e alla Eventi 6 srl (quella da 140mila euro) nel luglio 2015.
Nelle loro arringhe difensive nel corso del processo di primo grado, i legali di Tiziano Renzi e Laura Bovoli; confutando punto per punto le accuse, avevano chiesto l’assoluzione dei loro assistiti “perché il fatto non costituisce reato”; mentre la difesa di Dagostino aveva chiesto di assolvere l’imprenditore “perché il fatto non sussiste”.
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