GIORGIA ALL’ONU :VERBA VOLITANT
Verba volitant: le parole svolazzano. Navigano qua e là come le foglie secche dei platani. Si avventurano in alto se il vento le impatta, poi rotolano sospese. Infine planano dolci e molli a terra.
Le parole sono gli strumenti dell’affabulazione.
L’affabulazione è una tecnica efficace, usata più o meno da tutti.
Berlusconi era maestro nel raccontare a suo bisogno,fantasie e promesse mancate.
Grillo è stato un mago della falsa narrazione.
Giorgia l’affabulatrice,non è la prima, né l’ultima,nè la peggiore.
La questione è attuale poichè le sue favole toccano nel vivo le promesse e gli impegni per il cambiamento sperato.
Sarebbe difficile non essere d’accordo con l’incipit del suo esordio all’ONU ..”non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste.”
Si potrebbe dire che il successo elettorale e il governo che ne è seguito sono figli di questa promessa di serietà.
Più volte rassicurò che “avrebbe rivoltato l’Italia come un calzino”.Oggi sembra che il calzino sia andato perduto.
Draghi è sempre il mentore, la politica governativa si connota come continuista, il vassallaggio e la gregarizzazione procedono a gran velocità: “non ho bisogno di photo opportunity,io parlo con Biden ogni settimana”.
Fa dispiacere pensare alla sottomissione della nazione e della identità alle politiche globaliste della finanza ,che continua a dettare i suoi ritmi, i suoi schemi,i suoi parametri e quel che è peggio ha ancora i suoi uomini a dominare lo scenario.
La piena adesione alle filosofie finanziariste e alle politiche UE,le abilità della premier cosí care a Mario Monti,le cessioni di sovranità e l’avanzata incontroversa della postdemocrazia finanziarista e funzionariale ,sono la realtà in contrasto con parole che splendono come gemme di saggezza e di difesa dell’interesse nazionale.
“Da una parte le Nazioni, che esistono perché rispondono al bisogno naturale degli uomini di sentirsi parte di una comunità di destino, di appartenere ad un determinato popolo e di poter condividere con altre persone la stessa memoria storica, le stesse leggi, gli stessi usi e costumi. In una parola, l’identità.Se questi due elementi, la Nazione e la Ragione, sono ancora il fondamento di ciò che ci muove, allora dobbiamo respingere il racconto utopico e interessato di chi dice che un mondo senza Nazioni, senza confini e senza identità, sarebbe…”.
La verifica dei fatti rende queste parole credibili quanto un’allocuzione ex coelis di Moana Pozzi sul valore della castità.
Mentre Giorgia predica della nazione e dell’identità i suoi ministri si appellano ‘ai mercati’,al debito pubblico in mano straniera, ai bonus,alla resilienza, al pil come metro di crescita,alla ineluttabilità delle accise,tutte armi del finanziarismo per spianare le nazioni e uccidere le identità.
In un crescendo oratorio,la narratrice evoca dinanzi al mondo che “di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista..la Ragione può ancora avere la meglio, e che l’amore di Patria, il valore della Nazione, può ancora essere difeso oltre l’immaginabile”
La scelta é tra la Nazione e il caos, e tra la Ragione e la prevaricazione.”
Vangelo prima delle elezioni,non pervenuto dopo.
L’Italia si sta spendendo per percorsi neoimperialisti non nostri, pur nella giustezza delle parti prese.Si allinea su politiche e sfere di influenza di totale sudditanza,contribuendo a rafforzare situazioni negative per il nostro paese e per il continente.
Siamo gregari nel mondo,sottoesposti nel continente,sacrificati da politiche economiche estranee alla nostra identità e nemiche della nostra storia.
Politiche finalizzate alla devastazione delle nostre stutture etiche,civili ,economiche ,capaci di ridurre l’uomo a soggetto secondario della storia,non cittadino ma suddito impoverito di Mercato,Profitto,Speculazione.
Nonostante queste evidenze la nostra affabulatrice tenace nelle posizioni e nelle conquiste non si impappina neanche un secondo,nè ha resipiscenze quando spara l’ultima definitiva salva: “Il punto centrale e’ che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire….la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere.
Appunto…
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