Giorgia tira dritto, sulle riforme tanto non vogliono dialogare

La presidente del consiglio Giorgia Meloni interviene all'inaugurazione della lapide commemorativa dei giornalisti ebrei perseguitati dalle leggi razziali. Roma 13 dicembre 2022 ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Giorgia tira dritto, sulle riforme tanto non vogliono dialogare

Cercare il dialogo sulle riforme costituzionali è cosa buona giusta. Anzi doverosissima. Il problema è che tanto l’opposizione non vuole assolutamente dialogare. O almeno la maggior parte di essa.

Piccole aperture centriste

In verità, dall’area di Italia Viva ed Azione sono arrivate delle aperture verso il premierato. Aperture più che coerenti con la loro storia. È pur vero che è sempre difficile fidarsi degli umori di quell’area e soprattutto dei suoi leader. Calenda è una zattera in un mare in tempesta politicamente parlando e Renzi è quello del “Enrico, stai sereno”.

Chi vivrà vedrà.

La sinistra non collaborerà mai

Ieri è apparsa un interessantissima intervista a Giuliano Amato su Repubblica. Un’intervista che è un mix tra i dubbi, in parte legittimi, di un uomo che la costituzione la conosce bene e tutti i pregiudizi che ha la classe dirigente della sinistra verso una qualsiasi riforma costituzionale.

Per cominciare, come al solito, si parla di democrazia a rischio. Ed almeno dal punto di vista della riforma costituzionale ciò sarebbe assurdo. Se una costituzione viene riformata nei modi in cui la costituzione stessa prevede di poter essere riformata, quale sarebbe il rischio per la democrazia?

Fantastico il riferimento ad una destra definita populista, che a detta di Giuliano Amato ” fa fatica a riconoscersi in alcune interpretazioni evolutive ( della carta costituzionale NDA), quelle che garantiscono nuovi diritti”.

Quindi praticamente i cosiddetti nuovi diritti vanno imposti in base ad un’interpretazione dei giuristi, di qualcosa che i costituenti non avevano regolamentato e tutti si debbono adeguare punto e basta.

A me, se si intende il fascismo come regime che si distingue per soppressione di libertà, questo sembra l’esempio ideale. Non è un’assemblea eletta dal popolo, non è il popolo stesso ma è una interpretazione giurisprudenziale di parte a stabilire in che direzione debba andare il paese.

Non vale la pena perdere tempo

Su questo aveva ragione Ignazio La Russa, che è stato tanto attaccato. Al Partito Democratico puoi proporre qualunque riforma, anche la più vicina alla sua sensibilità, ma tanto non ne vorrà mai veramente parlare.

Anzi questa riforma verrà demonizzata dal PD quand’anche l’avesse proposta  fino al giorno prima.

Non vale la pena perdere tempo

Soprattutto non vale la pena piegarsi ad un infinità di pretese di modificare questo nel testo. Modifiche che portano soltanto ad un testo debole . Tanto l’opposizione in Parlamento non lo voterà mai.

Cercherà soltanto di snaturare il testo, depotenziarlo, renderlo indigeribile per andare al referendum, vedere la riforma bocciata e chiedere le dimissioni del governo.

Io sarei per tornare ad una riforma presidenziale dello Stato quella sulla quale il centrodestra ha ottenuto la fiducia degli italiani alle elezioni

Tanto si è capito che la forza di Georgia Meloni è il consenso degli italiani. Gli italiani vogliono un modello presidenziale. Perché perdere tempo con l’opposizione?

Questo avrebbe senso e la riforma potesse essere largamente condivisa. Ma tanto non lo sarà mai. Perché il PD non ha una visione di governo, il PD vuole solo tornare al governo. Il Partito Democratico ama rimproverare gli altri di non guardare al futuro, ma al Partito Democratico ed ai suoi dirigenti interessa solo l’immediatezza del futuro. I benefici che ne gode una classe dirigente permanentemente al potere. Per  il benessere di se stessa ovviamente, non per il benessere del paese..

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