Giulia è stata uccisa da noi, non dalla società patriarcale!
Non è un’ammissione di colpevolezza, per quanto riguarda singole responsabilità, ma la presa d’atto di una coscienza collettiva che rende tutti noi colpevoli del sangue di Giulia Cecchettin, quali membri della società moderna.
È difficile riconoscersi colpevoli
Meglio che non sia una colpa del nostro tempo. Meglio se possiamo , negare anche davanti all’evidenza le nostre responsabilità. È tutto particolarmente orribile quando si tratta di guardare dentro noi stessi.
Luigi Zoja autore del libro “Il gesto di Ettore”viene citato sul Foglio in alcuni passaggi interessanti: “Oggi noi viviamo, invece, in una società post patriarcale, come si immaginava nel 68, ci troviamo in una situazione opposta. Lo sgretolamento della cultura patriarcale ha sprigionato la violenza primitiva del maschio. Poiché i suoi impulsi più aggressivi non trovano alcuna altrimenti contenimento”(…)” Il patriarcato si fondava sulla trasmissione di valori, sapere le regole lungo una linea del tempo ampia. C’era il passato c’era il futuro. Le generazioni che ci hanno preceduto e quelle che sarebbero venute dopo di noi. Continuità di cui la trasmissione del nome del padre era il simbolo. Oggi, invece, esiste solo l’istante. E non essendoci comprime un dopo, non si può neanche più aspettare punto dunque se un ragazzo vuole qualcosa deve prendersela subito sia essa un oggetto o una donna”.
La nostra società
La nostra società produce dei mostri, e quei mostri vivono tra di noi. Sono persone. Persone che incontriamo al bar, e troviamo magari anche simpatiche, socialmente accettabili. Ci sembrano normali.
Fin quando non fanno qualcosa che riteniamo essere inconcepibile ed inaccettabile. Lo riteniamo giustamente.
Ma perché fino a poco tempo prima erano persone socialmente accettate?
Perché non sono un anacronistico retaggio di una società che oggi non esiste più. Sono un prodotto del nostro mondo. Della nostra società. Del nostro tempo.
È questa nostra società moderna che ha le mani sporche del sangue di Giulia e di tante altre donne.
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