Giuseppe Remuzzi: la fase epidemica è sostanzialmente finita

Giuseppe remuzzi

Giuseppe Remuzzi è lo scienziato, medico, ricercatore più importante d’Italia per numero di studi e pubblicazioni prodotte.

Secondo lui la fase epidemica, almeno per quanto riguarda il nostro paese, è sostanzialmente finita. Però, da fine scenziato quale è, pesa molto bene le parole: secondo lui infatti una seconda fase del contagio potrebbe anche arrivare. Ma sarebbe “improprio parlare di seconda ondata”.

Prevede che l’autunno, che in tanti temono, sarà migliore del previsto. A costo, però, di usare le accortezze di mascherine e distanziamento fisico.

Cita uno studio della prestigiosa rivista scientifica Lancet, a cura degli statistici Alicandro e Lavecchia in cui si evidenzia che, in maggio e giugno non ci sia stato nessun eccesso di mortalità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Più tamponi si fanno, più contagiati si trovano

Giuseppe Remuzzi torna anche su un aspetto a me molto caro: ovvero la quantità di tamponi fatti. “Più ne cerchiamo, più ne troviamo. Mi pare normale. Il numero di positivi non è una voce alla quale guardare con paura”. Infatti nel corso dell’ultimo mese siamo sempre intorno al 1,2-1,5% tra tamponi e nuovi contagi. Stabile. “Confondiamo i contagi con la gravità della malattia. Ci spaventiamo per numeri che non significano moltissimo. Indicano solo che abbiamo sviluppato la capacità di entrare nella fase della sorveglianza, e quindi troviamo le cose laddove ci sono.”

Un lavoro appena pubblicato da Science. E un altro studio americano, in fase di pubblicazione, condotto su 137 mila persone che hanno fatto il tampone, quindi un campione molto significativo. Le vaccinazioni somministrate negli ultimi cinque anni, si associano a una riduzione dei tassi di infezione Sars Cov-2. Tutti i vaccini proteggono. Poliomielite, pneumococco, tubercolosi. Anche varicella, parotite, morbillo, rosolia: garantiscono una protezione del 30-40 per cento. Ovviamente quelli più vicini nel tempo hanno una maggiore efficacia.” Quindi aiuta, e non poco, anche il vaccino anti influenzale.

Le terapie intensive e gli altri numeri

Il Prof. Giuseppe Remuzzi analizza anche la questione delle terapie intensive degli ospedali italiani, impegnate per Covid-19 per l’1,5% della loro disponibilità.

Ad oggi ci sono ”quarantaquattro probabilità su un milione. E all’interno di questo dato, una possibilità su cento di morire, e una su cento di avere danni di lungo termine. Stiamo parlando di questo. A febbraio e marzo era ben diverso. Eravamo nel pieno della fase epidemica.”

La scuola

Abbiamo il distanziamento, abbiamo le mascherine. Abbiamo comportamenti da adottare. Abbiamo professori che dovrebbero essere sensibilizzati, perché la fase di sorveglianza include anche loro. Abbiamo tutto. Non serve nient’altro. Abbiamo persino capito che la scuola all’aperto, o con le finestre aperte, si può fare. Anche a Bolzano in inverno. La gente va a sciare: possono andare a scuola con le finestre aperte.

Se prendiamo ad esempio le nazioni dove le scuole sono già aperte (USA, Germania) su più di un milione e mezzo di bambini analizzati, ne abbiamo 70 positivi.

 

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