Giustizia per Pamela Mastropietro, la figlia la sorella, di tutti noi italiani
Cara Cassazione fai giustizia. Non consegnare il paese alla rabbia del Popolo. Perché se non sarà ferma la condanna di uno dei delitti più barbari, efferati ed ingiusti della storia dell’umanità, questo paese perderà la fiducia nelle proprie istituzioni di giustizia.
C’è un momento in cui non possiamo stare zitti
Il momento in cui il lupo sbrana i nostri figli. Il lupo, ahimè, è un essere umano. Un essere umano che vive tra di noi ed in noi. È un mostro che prevale in taluni uomini che giungono ad essere dei mostri loro stessi.Se i mostri vengono lasciati liberi sbranano i nostri figli.Nessun essere umano può accettare ciò.
Tutti vogliamo difendere il nostro diritto ad esistere soprattutto il diritto dei nostri figli e delle nostre famiglie a stare sicure.
Se un mostro è rimesso in libertà, vuol dire che il sistema non punisce i mostri. Non sa tenerli a bada. E allora la gente è costretta a difendersi da sola. A quel punto sprofondiamo nell’anarchia della giustizia di strada.
Ingiusta giustizia
Quante prove ci sono che il mostro che verrà giudicato non ha agito da solo. Eppure soltanto lui è dietro le sbarre.
Questo non lo giustifica. Lui non porta una croce.
Lui ha quello che si merita, e lo deve avere fino alla fine dei suoi giorni.Finché la sua cella, non si trasformerà nella sua bara. Fine pena mai. In questa vita potrà finire, solo quando sarà finita la sua vita.
L’idea che chi ha compiuto quell’orrore a danno di una ragazza bella, solare ed indifesa come Pamela Mastropietro, possa essere libero è inaccettabile. Già non si può pensare che chi ha partecipato a quella barbarie sia libero.
Come non si può accettare che il suo assassino possa essere rimesso in libertà.
L’orrore degli orrori
Ci siamo indignati, giustamente, per femminicidi terribili. Ma mai nessuno è stato così efferato.
Il caso di Pamela è disumanità allo stato puro .Come si può far male a una ragazza così fragile, delicata, indifesa e dire di appartenere ancora al genere umano?
Come si può stuprare, uccidere, dopo aver approfittato della condizione di debolezza di una giovane e fragile donna che aveva bisogno di aiuto, e poi chiedere clemenza?
Come si può depezzarne il corpo, chiuderlo in due valige, e poi appellarsi al sentimento di umanità della società per essere rimessi in libertà?
Come può un infame assassino scrivere una lettera ipocrita alla madre dicendo che provano lo stesso dolore? Magari senza neanche provare vergogna per queste parole indecenti.
Bestia nel caso dell’infamia assassino che andrà davanti alla Cassazione è semplicemente un complimento immeritato. Non è un semplice lupo. È un mostro.
Ho visto un video, pubblicato sulla bacheca della mamma di Pamela
Una donna forte. Di un’umanità e di una spiritualità immense. Una persona che ho avuto il privilegio di conoscere.
Questo video racconta, attraverso le fotografie di famiglia, la storia di una bambina che cresce, che diventa una giovane ragazza. Che ancora insicura si affaccia sul mondo, magari fragile, ma con tutto il diritto di continuare ad esistere, a vivere. Una persona che rendeva il mondo migliore. Bella di una grazia e di un’armonia che sembrano essere di natura superiore a quella umana.
Ho visto quel video e mi sono innamorato di Pamela. Innamorato come ci si innamora di una figlia, innamorato dell’innocenza che la avvolgeva. Si è creata un’empatia forte verso quella piccola innocente creatura.
Una creatura innocente alla quale volere bene. Una creatura per il cui male non si può fare a meno di stare male.
E quindi c’è una rabbia infinita per quello che le hanno fatto
Una rabbia infinita di italiano. Perché una giovane ragazza rappresenta il futuro, la speranza la continuazione nel tempo di noi stessi.
Ma rabbia feroce è cresciuta in me anche come essere umano. Quella rabbia che ti porta a odiare il lupo. A voler difendere le sue prede. A volerlo punire per le sue vittime.
Non posso disinteressarmi della cosa, perché ne sento il peso. Perché ritengo un crimine contro l’umanità, contro la giustizia e contro la stessa natura quello che è stato fatto a danno di Pamela Mastropietro.
Homo sum, humani nihil a me alienum puto.
È la figlia, la ragazza di tutti noi italiani
C’è amore in questo? Sicuramente! Ma c’è anche sete di giustizia. Bisogno di giustizia.
Voglio che le nostre figlie, le nostre madri, le nostre sorelle vengano difese.
Ma non credo che la questione si limiti agli italiani. Credo sia una battaglia dell’umanità intera. Tutte le persone di coscienza a questo mondo, debbono alzarsi in piedi e pretendere giustizia, davanti a quanto è successo.
Il carnefice non è una vittima
Basta dire che è colpa della società. Nel caso dell’assassino di Pamela, un uomo del quale mi fa ribrezzo pronunciare anche soltanto il nome, la società non ha alcuna colpa.
Un uomo che è stato accolto in questo paese, ha avuto la fortuna di poter avere dei figli, di poter godere dell’accoglienza e della protezione di una società altruista, ha soppresso la vita della figlia di questa società. E prima ancora si manteneva spacciando droga. Vendendo ogni giorno la morte a tanti poveri ragazzi e la disperazione alle loro famiglie. Però non provava vergogna a chiedere aiuto ed assistenza.
Mettiamoci in testa cari italiani che al posto di Pamela poteva starci qualunque altra figlia o qualunque altra sorella di chiunque di noi.
Un uomo che è padre come fa ad uccidere la figlia di qualcun altro?
Non è sempre colpa della società. Si sceglie di diventare dei mostri. E quando si opera questa scelta, bisogna anche accettarne le conseguenze.
Un lupo nasce lupo. Un mostro nasce uomo. Il primo non ha scelta. Il secondo decide di affidarsi ai demoni e non agli angeli della propria indole.
Diamo quel poco che possiamo dare
Nessuna sentenza potrà fare giustizia. Perché nessun giudice potrà ridare la vita a Pamela.
Quello non possiamo farlo. Nessuno renderà la vita a suo padre, al quale l’assassino di sua figlia ha imposto di portare ogni giorno un fardello infinito di dolore.
Qualcuno obietterà che non l’ha ucciso direttamente. Io invece credo che lo abbia fatto il giorno che gli ha tolto sua figlia!
Nessuno risarcirà mai la madre di Pamela che deve, lei sì, portare una croce. Perché lei inappellabilmente all’ergastolo è stata condannata, ma differentemente dall’assassino di sua figlia, Lei colpe non ne ha. E non abbiamo modo di graziarla, liberandola dalla tremenda sofferenza alla quale questo mostro ha deciso arbitrariamente di condannarla a vita.
Però una cosa i giudici della Cassazione la possono fare
Si può far sì che quest’uomo non esca mai più di galera. È anche un dovere per dei magistrati toglierli la possibilità di fare male a qualcun’altro. Mettere in sicurezza la nostra società.
Farlo pagare, perché a un certo punto si tratta soltanto di giustizia. E che i giudici non abbiano remore a farla. Che non mettano il paese davanti all’anarchia che scaturirebbe, da un’ingiusta clemenza.
Perché l’assassino di Pamela Mastropietro dovrebbe uscire di galera, quando non si può liberare dalla sofferenza alla madre della vittima?
I giudici siano fermi e condannino. La pietà verso chi non merita pietà, porterebbe la tentazione della giustizia di strada, vista come l’unica in grado di difendere i nostri figli.
Se davanti al più terribile degli orrori, la giustizia non fosse ferma ogni padre, ogni fratello, ogni fidanzato, ogni amico, ogni marito, penserebbe che l’unico modo per difendere le persone che ama e per avere giustizia, sia quello di farsela da solo.
Cari Giudici non consegnateci al far west. Fate giustizia!
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