Gli equinozi
Cenni astronomici
Gli equinozi ricorrono due volte l’anno, in primavera ed in autunno, e sono quei momenti in cui il sole si trova allo zenit dell’equatore.
Tali appuntamenti astronomici sono caratterizzati dal fatto che, nel corso delle 24 ore, la durata delle ore di luce è pari a quella delle ore di oscurità e ciò è anche suggerito dall’etimologia della parola che deriva dal latino: aequus (uguale) e nox (notte).
Nell’emisfero boreale, cioè il nostro, i due equinozi sanciscono rispettivamente l’inizio della primavera e dell’autunno. Assieme ai due solstizi, d’estate e d’inverno, sono gli indicatori delle 4 stagioni astronomiche.
Quest’anno l’equinozio di primavera si è verificato il 20 di marzo alle 4:06 italiane.
Aspetti socio-culturali
Da sempre ed in ogni civiltà, gli equinozi ed i solstizi hanno cadenzato il ritmo di molte attività umane, specialmente quelle legate all’agricoltura nonché a particolari ricorrenze di carattere spirituale e religioso. Volendo ricordarne alcune, passate e presenti, legate in maniera specifica all’equinozio di primavera, possiamo citare:
- la festa del nuovo anno in Mesopotamia
- lo Sham El Nessim, antica festività egiziana
- la Pasqua ebraica o Pesach
- la Pasqua cristiana, celebrata la prima domenica successiva al plenilunio dell’equinozio primaverile
- lo Shunbun No Hi giapponese quando, nel giorno dell’equinozio di primavera e di autunno, si visitano le tombe degli antenati.
Ritualità e tradizioni
Le antiche pratiche rituali legate all’equinozio si sono nei secoli trasferite in tradizioni popolari che in alcune località vengono ancora celebrate anche se spesso se n’è perso lo spirito originario. La più nota ritualità equinoziale pratica in Italia è rappresentata dai Falò di San Giuseppe , rito silvestre di derivazione pagana che spesso termina ponendo sulla pira infuocata un fantoccio simboleggiante una strega. Nelle campagne del Veneto si festeggia ancora il Bati Marso, l’inizio dell’anno veneto, caratterizzato da tante ragazze che percorrono i campi facendo grandi rumori al fine di risvegliare la natura dal torpore invernale. Il capodanno pisano veniva determinato quando, attraverso una finestra denominata Aurea, un raggio di sole, nel giorno dell’equinozio di primavera andava a colpire con matematica precisione un uovo di marmo posto sulla colonna del pulpito realizzato da Nicola Pisano per il duomo di Pisa. Il fenomeno è tuttora apprezzabile anche se meno seguito. A Milano, ogni anno a primavera, torna la fiera del tredisin de marz, una ricorrenza sorta nel medioevo per ricordare l’arrivo dell’apostolo Barnaba a Milano nel 51 d.C. salutato dallo sbocciare spontaneo di fiori ad ogni suo passo verso una pietra rituale di origine celtica, tuttora visibile nella chiesa di S. Maria al Paradiso, nella quale piantò una croce di legno. In questa fiera si tiene un ampio mercato appunto di fiori e permane l’usanza di tagliare i capelli ai bimbi auspicandone la ricrescita più folta e forte. A Volterra in occasione del periodo equinoziale primaverile, si rievoca l’Omaggio di Primavera, anch’esso festa di origine pagana, nel corso della quale si celebrava il ritorno della luce e del bel tempo adornando le strade cittadine con ghirlande di fiori; attualmente viene organizzato un corteo storico con l’esibizione degli sbandieratori.
Indagando un po’…
Sappiamo che quasi sempre le cose hanno una doppia faccia, una doppia interpretazione: ad un significato palese apparente a tutti, si affianca un significato recondito che viene percepito solo da chi ha la buona volontà di indagare ed anche la predisposizione naturale ad una particolare sensibilità. Si parla di ricerca esoterica quando appunto ci si riferisce ad un’attività che preveda una discesa interiore finalizzata alla percezione e alla comprensione di fenomeni che, pur magari avendo un’evidente ed apparente spiegazione, cioè un significato exoterico o essoterico, al proprio interno celano verità che non sono destinate a tutti ma solo a chi ha appunto la voglia e la capacità di indagare . Con questo metodo, spesso si scopre che le due facce della medaglia possono avere valenza complementare ma a volte opposta. Il duro lavoro dell’iniziato, cioè di colui che si è posto all’inizio di un percorso di ricerca spirituale, è quello di conciliare gli opposti, comprendendo con fatica che raramente le cose hanno un valore assoluto, non è mai “tutto bianco o tutto nero”, cercando di riunire che è sparso nel tentativo della realizzazione della “cosa una”.
Indagando un po’…
Gli eventi astronomici che regolano l’alternanza delle stagioni rientrano proprio in questo concetto: l’equinozio di primavera, il solstizio d’estate, l’equinozio d’autunno ed il solstizio d’inverno, fenomeni apparentemente opposti e contrari, fanno in realtà parte di quell’unum che regola la vita sul nostro pianeta. Comprendere, accettare quindi allineare il nostro comportamento, le nostre riflessioni al loro avvicendamento ci dona salute e serenità in quanto ci porta ad armonizzarci con l’universo ed accogliere periodi apparentemente freddi, bui e sterili come necessari alla rinascita ed allo sviluppo, verso il trionfo della vita, del calore e della luce.
Indagando un po’…
Il susseguirsi di equinozi e solstizi è di fatto una progressione alchemica. L’inverno è la nigredo, il lavoro al nero, la morte della natura, la decomposizione, Jung la considera “la notte oscura dell’anima”. Si dice che solo chi muore può rinascere ed infatti la stagione successiva, la primavera, rappresenta l’albedo, il lavoro al bianco, la distillazione. La natura si risveglia e dona tepore, frutti e serenità, è la vittoria della vita sulla morte. Il culmine del processo alchemico è rappresentato dal lavoro al rosso, la rubedo, la sublimazione, aspetti che sono ben rappresentati dall’estate: il sole irradia generosamente la Terra, le creature beneficiano della sua energia e stiamo assistendo al trionfo della natura. Infine l’autunno ricorda la maturità, la saggezza che va a sostituire la forza, la preparazione al termine apparente del ciclo della vita.
…torniamo all’equinozio di primavera…
Ora probabilmente ci appaiono più chiare le allegorie celate nelle feste paesane e nelle tradizioni che celebrano l’arrivo della primavera: i falò si ispirano ai roghi di Beltane, festività druidica, ripresa dalla magia bianca della Wicca, dove la strega, diversamente dalla tradizione nostrana, non era bruciata bensì era proprio la celebrante, oppure anche ai riti dionisiaci celebrati per propiziare il raccolto; il baccano per i campi veneti ci riporta alla festosa festività romana in onore della dea Cerere , detta Cerealia, salutata con i gioiosi balli rituali delle sue sacerdotesse impegnate a cacciare gli spiriti maligni dalle aree coltivate. Cerere era la divinità preposta all’agricoltura, dea della nascita ma anche lenitrice dei lutti familiari in quanto “ponte” tra il mondo dei vivi e quello dei morti grazie al Caereris mundus, un fosso che veniva aperto in date particolari e rappresentava una sorta di corridoio tra i due mondi. La Pasqua e lo Shunbun giapponese sono allegorie del processo di morte e rinascita. Il taglio dei capelli equinoziale al fine di vederli ricrescere più forti è anch’esso metafora del medesimo processo. Ci è finalmente chiaro come molte tradizioni ed antiche ritualità affondino le loro radici in culture lontane dalla nostra e solo uno studio approfondito ce le può restituire nel loro significato originale. Così come le prime chiese cristiane vennero costruite sulle fondamenta di precedenti templi pagani, la chiesa di Roma non volle inimicarsi le genti convertite abolendone i culti e le tradizioni popolari; fu decisamente più facile impossessarsene progressivamente sostituendo i simboli pagani (palesi) con altrettanti di natura cristiana. In questo modo i convertiti si trovarono in grado di accogliere la nuova divinità senza sovvertire le ritualità precedenti cui erano abituati e ciò rese la transizione meno dolorosa e più pacifica.
…ma ormai abbiamo imparato che c’è ben altro al di là del significato palese delle cose, basta guardare con occhi diversi…
Buon equinozio di primavera
L’equinozio di primavera si compie sotto gli auspici del segno dell’Ariete, primo segno zodiacale dell’anno, simbolo di ripartenza, di forza e vitalità. Auguriamoci quindi reciprocamente un fruttuoso momento di rinascita, ricco di buone energie, il tutto saggiamente governato dall’equilibrio tipico degli equinozi che l’ottavo arcano maggiore interpreta come intelligenza cosmica, legge universale che regola con giustizia il creato universale. Grazie.
Leggi anche: https://www.adhocnews.it/sistema-ferragni…no-il-borsell
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT