Gli sbarchi infiniti a Lampedusa. La questione degli sbarchi va gestita

lampedusa

Continuano gli sbarchi a Lampedusa ed in Calabria. Centoventicinque solo ieri a Lampedusa, salvati grazie all’intervento della Guardia Costiera. Tra di loro anche quarantanove donne e venti bambini.
Non è andata così bene a due donne partite con loro, i cui corpi sono stati rinvenuti dalla guardia costiera al largo di Tunisi.

A Lampedusa gli arrivi non accennano neanche a fermarsi. Oltre seicento persone affollano il centro di accoglienza dell’isola siciliana. La situazione sta diventando preoccupante anche in Calabria. Circa quarantamila dall’inizio del 2021 sono le persone sbarcate sulle coste italiane.

Ma quello che sorprende più di tutto è che, pur se molto spesso la retorica corrente dell’accoglienza indiscriminata parla di individui che stanno scappando dalle guerre, adesso c’è un dato anomalo, oggettivo ed inconfutabile.

Le prime tre nazionalità di coloro che sbarcano per numero di persone sono Tunisia, Bangladesh ed Egitto. Paradossalmente nessuno di questi paesi è in guerra da molti anni. Questo non vuol dire che siano paesi privi di problemi di altro genere. Vuol dire semplicemente che le ragioni che spingono questi migranti ad approdare sulle nostre nostre coste sono ragioni differenti.

Regolamentare gli ingressi per interesse economico

Probabilmente in buona parte si tratta di ragioni di tipo economico, legate al miglioramento delle condizioni di vita, delle prospettive sociali. Legittimo che esistano migranti economici, questo è avvenuto in ogni paese ed in ogni tempo.

Però è altrettanto legittimo per uno stato sovrano che l’ingresso dei migranti economici possa essere regolato. Che un paese non debba accogliere ogni migrante economico, è logico buonsenso. Soprattutto poiché il miglioramento delle condizioni di vita è oggi come un’esigenza corrente anche per milioni di Italiani ai quali lo Stato deve rivolgere necessariamente la propria attenzione.

Bisogna guardare all’immigrazione con maggior onestà intellettuale, lasciando perdere le prese di posizione da tifo calcistico.

Per i migranti economici, e non solo, la Germania da tempo seleziona gli ingressi prendendo medici, ingegneri, tecnici e tutte quelle persone che con è più semplice assorbire per il paese e dei quali si risparmiano i costi di formazione professionale.

Anche l’Italia deve mettersi in testa che regolando i propri confini deve consentire l’ingresso di migranti economici nei limiti delle reali esigenze del paese. Questo va fatto soprattutto oggi chi c’è una crisi economica, sociale e lavorativa diffusa.

Un paese dove si sta diffondendo sempre di più precariato e miseria deve essere capace di contingentare responsabilmente le proprie risorse guardando prioritariamente ai propri figli.

 

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