GLI USA PERDONO CREDIBILITÀ: WALL STREET AFFONDA, L’EUROPA ATTIRA CAPITALI
NEW YORK — Uno scivolone storico per Wall Street. Il giorno dopo l’annuncio a sorpresa del presidente Donald Trump sullo stop ai dazi nei confronti della Cina, i mercati statunitensi hanno reagito con un’ondata di vendite senza precedenti negli ultimi mesi.
Il Dow Jones ha perso il 4,43%, mentre il Nasdaq ha registrato una caduta del 6,07%, in una giornata segnata da pesanti ribassi soprattutto nel comparto tecnologico. Giù anche l’S&P 500, in forte calo su tutta la linea
A innescare il terremoto è stato il cambio di rotta della Casa Bianca, che ha annunciato il blocco temporaneo delle tariffe commerciali, senza fornire dettagli né garanzie su eventuali accordi futuri. Il messaggio è apparso confuso e improvvisato, gettando ombre sulla strategia economica dell’amministrazione.
Il risultato è stato un crollo della fiducia da parte degli investitori, che si sono mossi in massa verso asset più stabili
Ad aggravare la situazione innescata c’è il dollaro ai minimi da ottobre 2024.
Questo segnale di allarme è stato confermato anche dal mercato valutario: il dollaro è sceso ai livelli più bassi dallo scorso ottobre, alimentando il timore che gli Stati Uniti stiano perdendo la loro centralità come riferimento economico globale.
Europa in controtendenza: Milano guida i rialzi
Se oltreoceano è stato panico, in Europa l’atmosfera è stata completamente diversa. I mercati del Vecchio Continente hanno chiuso con rialzi sostenuti, favoriti da un effetto-rifugio e da un flusso di capitali in uscita dagli Stati Uniti.
A Milano, il FTSE MIB ha guadagnato il 4,73%, seguito da Francoforte (+4,53%), Parigi (+3,83%) e Londra (+3,04%). Un rimbalzo che riflette anche la nuova percezione di un’Europa relativamente più stabile nel medio termine.
Probabilmente è solo una questione di credibilità
Infatti, secondo diversi analisti, non è tanto la sospensione dei dazi a spaventare i mercati, quanto il modo in cui essa è avvenuta. “È una crisi di credibilità, non solo di numeri”, ha dichiarato un operatore di Wall Street. “Le decisioni sembrano improvvisate, e questo il mercato non lo perdona”.
L’economia statunitense, rimane pur sempre solida ma nei fondamentali, rischia di pagare caro l’imprevedibilità politica di un presidente più volubile di un’ adolescente. In un mondo iperconnesso, dove la fiducia vale quanto i dati macroeconomici, ogni passo falso si riflette immediatamente sui mercati globali
Il timore, ora, è che la volatilità si protragga.
Tutto dipenderà dalle prossime mosse della Casa Bianca e dalla capacità della Fed di rassicurare i mercati con una politica monetaria coerente e prevedibile
Ma il vero timore è che il danno di credibilità arrecato dall’ inquilino della Casa bianca abbia raggiunto un punto di non ritorno.
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