CHI VUOLE DAVVERO LA GUERRA MONDIALE

Il blocco di Kaliningrad è un dito nell'occhio di Mosca

Globalismo – L’ assurda decisione della Lituania di bloccare i trasporti da e per l’exclave russa di Kaliningrad ha provocato  l’immediata reazione di Mosca. Il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha assicurato “conseguenze serie per i lituani”. Un attacco russo trascinerebbe, l’Italia e tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica, in guerra con la Russia.  Ma anche se non fosse un attacco, ma solo contromisure, la follia di Vilnius fa crescere a dismisura la tensione nell’area baltica. La Lituania, ha 2,7 milioni di abitanti, ed è membro dell’Unione Europea e della Nato. E’ un piccolo Stato, che contribuisce in misura minima al Pil dell’Unione Europea. Chi ispira le mosse azzardate di un piccolo Paese europeo che rischia di trascinare l’intera Europa nel baratro della guerra? E’ Verosimile che  Vilnius non abbia agito in solitaria? Ha commesso un atto di ostilità personale o c’è lo zampino di altri?

Il parere dell’ambasciatore

L’ambasciatore Stefano Pontecorvo, a “L’Aria che Tira”, ha affermato in proposito: “Quello che ha fatto la Lituania, è una follia dal punto di vista politico. Bisogna chiedersi cosa c’è dietro. I lituani sanno benissimo che non è una mossa neutra”.

Il fermo delle merci viola il diritto di Mosca a transitare su quei territori per rifornire la sua exclave: “Non voglio mettere sullo stesso piano l’invasione in Ucraina con questa decisione ed i russi possono raggiungere Kaliningrad via mare – ha puntualizzato l’ambasciatore – ma il diritto internazionale va salvaguardato sempre”.

“Guardate la cartina – ha detto Pontecorvo- , la Lituania può mai fare una cosa del genere prendendosi la responsabilità di dare un pugno nell’occhio ai russi senza dire davvero niente a nessuno? Io non ci credo”. E, infatti, non ci crede nessuno.

L’ipotesi di un blocco concordato

L’ipotesi è che il blocco sia stato concordato. Quantomeno con la Polonia e con l’Inghilterra che sta dettando l’agenda all’Unione Europea dalla quale è uscita. Inghilterra che sta mettendo all’angolo anche un Biden sempre più isolato e che sta dimostrando tutta la sua incapacità.

Nell’anglosfera la Gran Bretagna sta emergendo come dominus sul terreno della geopolitica e l’Unione Europa è trascinata in una vicenda che può diventare la sua sconfitta storica. Con una crisi terribile economica e sociale e con l’impoverimento complessivo delle sue popolazioni.

Il fatto è che negli Usa il potere dei Democratici traballa. E la baronessa Ursula e il suo staff in Europa stanno dimostrando tutta la loro inesistenza politica. E’ nato un vuoto geostrategico e l’Europa sta per essere precipitata in un conflitto disastroso.

In tutto questo esiste una manina poco evidente, ma assai potente. Un attore che ha tutto l’interesse a mettere in fibrillazione l’Europa. 

La linea Davos di Claus Schwab

E’ la manina della linea Davos di Klaus Schwab (di madre Rothschild ). Propugnatore del Grande Reset e della Grande Narrazione, nonché della linea greeen che sta consegnando l’Europa alla Cina. Finanza che è raggruppata, ad esempio, nell’Institutional Investors Group on Climate Change, associazione che coinvolge colossi del risparmio gestito.  Raggruppa più di 360 tra fondi di investimento, fondi pensione e società del risparmio gestito, tra i quali Allianz, Amundi, Goldman Sachs, HSBE . Che gestiscono complessivamente fondi per 49.000 miliardi di Euro. Associazione che ha chiesto ai paesi europei che il gas non venga inserito nella cosiddetta tassonomia verde.  Il gas, come è del tutto evidente, è un elemento fondamentale dell’equilibrio delle economie europee in rapporto con la Russia. Non solo. L’attivismo dell’Italia, in materia sta facendo gli interessi del Paese, ma non quelli degli inglesi e dei Paesi del Nord. 

Il baricentro dell’unione europea

Le nuove linee di approvvigionamento spostano, il baricentro dell’Unione Europea a sud e questo non può andar bene a chi vede in una accordo tra Paesi mediterranei con la Germania un pericolo per le strategie anglo-baltiche. Inoltre, cosa c’è di meglio di una guerra in Europa per convincere gli europei ad abbassare il loro livello di vita, a piegarsi alle logiche della finanza internazionale?

Se non è bastato il Covid come occasione di cambiamento e se non basta la Grande Narrazione dei pifferai magici di Davos. Una guerra non può che indurre crisi e povertà, sottomissione e disperazione, eliminazione del welfare e, progressivamente, anche della proprietà privata.

Tutto nelle mani della finanza e delle multinazionali. I popoli ridotti a masse assoggettate ad un gruppo di multimiliardari travestiti da filantropi?

Il grande reset

Ma il piano alto del potere avverte un limite, una falla nella propria azione. Capisce che, dopo avere lavorato ai fianchi e preparato il terreno, ora deve tirare definitivamente le reti. I pesci impigliati siamo tutti noi.  

Il globalismo, nella forma del Grande Reset, deve ammantarsi di un sistema di idee. Creare una rappresentazione formale a uso dell’umanità da convincere e da sottomettere. Serve una “narrazione”. Ci pensa Klaus Schwab.  Negli ultimi anni, alcuni concetti hanno plasmato l’ideologia dominante. Parole come inclusione e sostenibilità, delle quali è stato riformulato il significato, sono entrate a far parte del glossario progressista benpensante. Viene ripetuto come un mantra nei media, nelle università e nei dibattiti. Come predicatori di una religione New Age, politici e uomini d’affari portano la parola non di Dio ma del Denaro. 

La Grande narrazione

Il vocabolario delle multinazionali, promosso da miliardari falsi filantropi è diventato il discorso dominante. La Grande Narrazione. The great narrative è un compendio delle conversazioni tenute dal WEF a Dubai nel novembre 2021.Balza agli occhi l’assoluta mancanza, nella narrativa globalista, di qualsiasi afflato spirituale o soprassalto morale: tutto è declinato in termini di potenza. 

L’impegno è convincere la popolazione dell’inevitabilità della tabula rasa. E del successivo reinizio sulle basi poste dall’oligarchia globalista.

Il globalismo è bravissimo a non sprecare le opportunità delle crisi che esso stesso dissemina. Nella fattispecie intende imporre una visione del futuro. “La Great Narrative Initiative [è] uno sforzo dei principali pensatori del mondo per modellare prospettive a lungo termine.  E co-creare una narrativa che può aiutare a creare una visione più resiliente, inclusiva e sostenibile per il nostro futuro collettivo”.

Cosa c’è di più efficace di una guerra per convincere e sottomettere?

 

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FONTE: Il nuovo giornale nazionale.it

 

 

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