Firenze: questa mattina all’alba carabinieri e polizia hanno svegliato quattro studenti toscani perquisendo le loro rispettive abitazioni. La motivazione di tale operazione si riconduce ad una semplice azione di protesta risalente al 3 ottobre scorso. I ragazzi sono entrati nel liceo Galileo di Firenze distribuendo dei volantini contro le misure restrittive del Governo e l’operato del Ministro Azzolina.
Il reato contestato è quello di “violenza o minaccia ad un Corpo amministrativo”. Un’accusa che non trova riscontri nei video e nelle testimonianze, da cui si evince in modo chiaro il carattere assolutamente pacifico della protesta. Il principale accusatore è il Dirigente scolastico Alessandro Giorni. Preside si, ma anche e soprattutto membro della Segreteria politica del Partito Democratico della città di Prato e candidato alle ultime elezioni amministrative. La sua conclamata appartenenza politica addensa più di una nube su questa strana vicenda. Gli accusati, infatti, appartengono al Blocco Studentesco, formazione di studenti di destra.
“Una misura giudiziaria folle che si spiega solo con un intervento politico”, hanno dichiarato i responsabili nazionali del movimento.
“Questa mattina tre ragazzi del Blocco Studentesco di 20, 21 e 22 anni, incensurati, sono stati posti agli arresti domiciliari. La loro colpa? Aver lanciato alcuni volantini all’interno del liceo Galileo Galilei di Firenze il 2 ottobre scorso, per protestare contro lo stato di emergenza e il rischio di chiusura delle scuole. Un blitz assolutamente pacifico, realizzato in decine di altri istituti da Nord a Sud.
Per questo i domiciliari (il Pm aveva persino chiesto la custodia cautelare in carcere) decisa dal Gip appare assolutamente ingiustificata. Il reato contestato è “violenza ad un corpo amministrativo”, che prevede pene tra i 3 e i 15 anni, per un semplice volantinaggio. La natura politica ad opera di un collaudato sistema facente riferimento al Partito Democratico è evidente.
L’azione, puramente dimostrativa, si è svolta nei licei di tutta Italia senza conseguenze. Perché a Firenze tanto accanimento giudiziario? La risposta è forse anche nell’appartenenza al Pd del preside del Galileo Galilei, Alessandro Giorni, candidato con i dem anche alle ultime elezioni amministrative a Prato e membro della segreteria politica del partito.
Nell’ordinanza di custodia cautelare contro i tre ventenni incensurati si parla di spintoni e violenza contro il corpo docente e il preside stesso, fatto smentito dai video pubblicati e dall’assenza di referti che testimonino il contrario. Nessuno è stato nemmeno lontanamente toccato o ingiuriato durante lo svolgimento dell’azione. Del resto l’azione non era contro il corpo docente, semmai i contro le misure del governo Conte. Anche lo stesso comunicato diffuso dai carabinieri, che titola “la scuola non si tocca” e definisce “minatorio” un semplice striscione affisso fuori dell’istituto, sembra scritto da un militante di estrema sinistra. E’ dunque palese la natura politica di tali misure.”
UNA VICENDA TORBIDA
Nel comunicato dal lessico effettivamente politico diramato dai Carabinieri si legge, tra le altre cose, “la scuola non si tocca” e “violata la sacralità dell’istituzione scolastica”. Alla luce di questo viene da chiedersi chi lo abbia scritto, ma soprattutto cosa ne pensa lo scrivente delle risapute intemperanze pluriennali dei gruppi di sinistra nelle scuole fiorentine. Consumo e spaccio di droga, aule occupate, atteggiamenti minatori e violenti verso personale e studenti non di sinistra, imbrattamenti e molto altro sono all’ordine del giorno. Davvero curioso che tutta questa cura per la sacralità dell’istruzione arrivi ad orologeria soltanto per dei volantini distribuiti da dei ragazzi di destra. Peraltro volti a chiedere proprio una scuola migliore.
In questo momento storico di libertà personali soppresse con provvedimenti palesemente anticostituzionali, vicende come questa fanno riflettere. Il messaggio delle istituzioni è molto pericoloso: chi contesta il Governo, anche pacificamente, se portatore di un pensiero antitetico rispetto a quello del sistema viene brutalmente represso. Chiunque pretenda di dichiararsi persona libera ha il dovere di solidarizzare con questi giovani che hanno scelto di non restare in silenzio a farsi rubare il futuro.
Questi i volantini distribuiti dagli studenti durante la contestazione
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