Sembra in via di risoluzione il nodo più grosso sull’applicazione del Green pass per i clienti dei locali pubblici. Dopo le proteste dei ristoratori, dei baristi e di tutti gli esercenti che hanno lamentato l’impossibilità di controllare il documento di identità dei clienti, è stata rilasciata una nota del governo nella quale viene spiegato in che modo dovranno essere effettuate le verifiche.
L’orientamento dell’esecutivo dà ragione agli esercenti, tanto che verranno sollevati dall’obbligo di controllare il documento di identità associato al Green pass. Gli uffici legislativi ministeriali hanno confermato la mancanza di requisiti nei ristoratori affinché questi siano autorizzati a procedere col controllo dell’identità. Questo è un compito che spetta ai pubblici ufficiali o agli incaricati al pubblico servizio.
Luciana Lamorgese
Il dovere dei ristoratori e, in generale, degli esercenti titolari di attività nelle quali dal 6 agosto è necessario esibire il Green pass; è solo quello di controllare che i clienti ne siano realmente possessori. La verifica dell’identità verrà effettuata dai pubblici ufficiali durante i controlli che vengono effettuati a campione nelle città italiane. Nel caso in cui un soggetto abbia esibito un Green pass non corrispondente all’identità è passibile di denuncia per falso.
“I chiarimenti ufficiali del ministro Luciana Lamorgese confermano quanto abbiamo sempre sostenuto: gli imprenditori dei pubblici esercizi non possono – e quindi non devono – chiedere i documenti dei clienti. Un sollievo per i gestori, che si erano trovati calati nell’improprio compito di agenti di pubblica sicurezza“, dicono da Confesercenti a seguito del chiarimento da parte del Viminale. Ora, però, l’associazione di categoria si è posta un altro obiettivo: “Adesso si eliminino anche le sanzioni per le imprese“.
Le sanzioni per chi viene trovato sprovvisto di Green pass vanno da 400 a 1000 euro. Lo stesso importo è previsto per le sanzioni agli esercizi che non effettuano i controlli sui clienti. Inoltre, se la violazione viene rilevata per tre volte, nel corso di controlli effettuati in diversi giorni, il titolare dell’esercizio rischia una chiusura amministrativa che può variare da 1 a 10 giorni.
controlli a campione
“La nota chiarisce che, in caso di assenza di varchi presidiabili, verranno effettuati controlli a campione con multe ai soli clienti trovati sprovvisti di certificato vaccinale, un metodo che potrebbe essere esteso a tutti. L’auspicio è che il governo continui a recepire e risolvere le criticità sull’obbligo di Green Pass che emergono man mano, con il fine ultimo di avere uno strumento efficace ma meno oneroso per le imprese“, conclude Confesercenti.
Ma dopo i chiarimenti della Lamorgese, è scoppiato il caos. “Prima che il Garante della privacy potesse darci una risposta scontata; il ministro Lamorgese ammette che i ristoratori e gli esercenti privati non hanno titolo di identificare i clienti esigendo l’esibizione dei documenti di identità; perché non sono pubblici ufficiali: avevamo ragione noi”; esulta l’assessore agli affari legali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, che giovedì scorso aveva posto il quesito al Garante della protezione dei dati personali. In serata, fonti del Viminale hanno ulteriormente chiarito che “le forze di polizia sono pienamente impegnate per garantire il rispetto delle regole sull’utilizzo del Green pass. La attuazione dei controlli rappresenta un passaggio delicato in quanto ha l’obiettivo primario di tutelare la salute pubblica”.
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