Il green pass cambia pelle: in arrivo nuove regole e restrizioni. La prossima settimana, infatti, potrebbe arrivare un decreto per introdurre l’obbligo di terza dose per il personale sanitario e i lavoratori delle Rsa. Non solo: sono previste alcune sostanziali modifiche alla certificazione verde. I presidenti di Regione, che temono nuove chiusure, stanno facendo in coro pressione sul governo per ottenere con misure ancora più rigide per chi non è vaccinato. La prossima settimana, riporta il Corriere della Sera, si riunirà la cabina di regia.
Terza dose
Ciò che bolle in pentola è un decreto che stabilirà l’obbligo di richiamo (terza dose per chi ha fatto Pfizer o Moderna) per il personale sanitario e i lavoratori delle Rsa. Ma ci si aspettano anche nuove modifiche al green pass. Come scrivono Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini sul Corriere , alcune ipotesi di modifiche al green pass sono praticamente certe: la riduzione della durata della certificazione da 12 mesi a 9.
Le modifiche relative alla validità o meno del green pass ottenuto con i tamponi per entrare in determinati luoghi pubblici o accedere ad alcuni servizi, per esempio, o ancora la durata del green pass ottenuto dai tamponi (antigenici e molecolari) sono invece ancora in discussione.
La cabina di regia si riunirà dunque per approvare il nuovo decreto
Il green pass al momento dura 12 mesi per chi ha completato il ciclo vaccinale. Come sappiamo, tuttavia, gli ultimi studi dell’Istituto superiore di sanità hanno messo in evidenza come la copertura del vaccino diminuisca dopo 6 mesi dalla somministrazione della seconda dose. Questi dati hanno persuaso il governo a intraprendere nuove misure. La cabina di regia si riunirà dunque per approvare il nuovo decreto, che certificherà la nuova durata della green pass a 9 mesi dall’ultima inoculazione. Verrà quindi introdotta anche una modifica del Qr Code che genera la certificazione verde.
Sui tamponi la discussione è ancora in atto. Sempre a quanto riporta il Corriere, una delle ipotesi in ballo è quella che prevede l’eliminazione del tampone come metodo per ottenere il green pass per l’accesso a luoghi e servizi pubblici. I test (antigenici rapidi e molecolari) avrebbero validità ma solo per accedere al posto di lavoro. Si tratterebbe quindi di un green pass più stringente; che implicherebbe anche una modifica alla applicazione VerificaC19. l’app che permette di controllare la validità del green pass.
Garante della Privacy
L’app ad ora non permette di apprendere a chi la utilizza, la modalità con la quale è stato ottenuto il green pass. Per poterlo fare con ogni probabilità sarà necessario un passaggio con il Garante della Privacy, che sul punto si è già espresso in maniera critica. Per farla breve, per tutto ciò che riguarda lo svago potrebbe essere necessario il vaccino; ammesso che il governo assecondi questa ipotesi.
Anche sulla durata dei tamponi ci sono molte novità in discussione. Si mette in dubbio ad esempio l’attendibilità dei test antigenici rapidi e anche la validità nel tempo dei tamponi, sia rapidi che molecolari. Tra le ipotesi c’è quella di eliminare totalmente la possibilità di ottenere il green pass con i test rapidi. Un’altra ipotesi sarebbe quella di ridurre la durata della certificazione verde Covid-19 ottenuta con questa tipologia di tampone veloce, facendola passare dalle attuali 48 ore a 24 ore. C’è ancora un’altra prospettiva: ridurre anche la durata del green pass ottenuto dai tamponi molecolari, facendola scendere da 72 ore a 48.
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