I cinghiali inquinano, rilasciano gas serra grufolando nel terreno. Più delle auto e degli allevamenti.
Sono responsabili dei cambiamenti climatici? Come non vi è prova che lo sia l’uomo, intendiamoci, non vi è nemmeno che lo siano questi saporiti e irsuti selvatici. Comunque sia ce la mettono tutta per inquinare.
Gli animali protetti da Virginia Raggi a Roma e da tutti gli avversari della caccia, in realtà emettono più gas serra di un diesel. Anzi di un milione.
Lo studio “Unrecognized threat to global soil carbon by a widespread invasive species”, pubblicato su Global Change Biology da un team di ricercatori australiani, statunitensi e neozelandesi, rivela che liberando il carbonio intrappolato nel suolo, i cinghiali e i maiali rinselvatichiti rilasciano circa 4,9 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno in tutto il mondo, l’equivalente di 1,1 milioni di auto.
Il principale autore dello studio Christopher O’Bryan dell’università del Queensland ha sottolineato i danni prodotti.
“La popolazione mondiale di cinghiali in continua espansione potrebbe rappresentare una minaccia significativa per il clima. I maiali selvatici sono proprio come i trattori che arano i campi, rivoltando il terreno per trovare cibo. Quando i terreni sono disturbati dall’uomo che ara un campo o, in questo caso, dal grufolamento di animali selvatici, il carbonio viene rilasciato nell’atmosfera. Dal momento che il suolo contiene quasi tre volte più carbonio che nell’atmosfera, anche una piccola frazione di carbonio emesso dal suolo ha il potenziale per accelerare il cambiamento climatico.Questo non riguarda solo la salute del suolo e le emissioni di carbonio, ma minaccia anche la biodiversità e la sicurezza alimentare che sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile”.
In un’intervista a The Guardian, O’Bryan ha ricordato anche altro.
“Quando pensiamo al cambiamento climatico, tendiamo a pensare al classico problema dei combustibili fossili. Questa è una delle minacce aggiuntive al carbonio, e potenzialmente al cambiamento climatico, che non è stata realmente esplorata in alcun senso globale“.
L’Oceania e il Nord America hanno la più grande area terrestre devastata dai cinghiali, con l’Oceania che rappresentava addirittura oltre il 60% delle emissioni totali di carbonio stimate dal modello.
Assolti allevamenti ed agricoltura italiani
Gli ultimi dati Ispra sull’andamento dell’inquinamento nell’anno del Covid, il 2020 confermano il ruolo principale di industrie e trasporti nelle emissioni nocive.
Mentre stalle e aziende agricole, spesso messe sotto accusa per le emissioni inquinanti, hanno continuato a lavorare, le restrizioni anti contagio hanno semi paralizzato fabbriche e spostamenti di camion e auto determinando un crollo dei livelli di biossido di azoto.
Coldiretti sottolinea come, in tema di stalle, solo il 7% delle emissioni di gas serra in Italia arrivino dall’agricoltura sulla base dei dati Ispra dai quali si evidenzia che industria con il 44,7% e i trasporti con il 24,5% sono di gran lunga i maggiori responsabili.
L’agricoltura italiana è peraltro la più green d’Europa – evidenzia la Coldiretti – grazie al record europeo di 312 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario, 526 vini Doc/Docg e Igt, e la leadership Ue con 79mila operatori del biologico.
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