Divieti e veti sono rivolti ai servi della gleba. Il Visconte ne ha sfacciatamente dato conferma durante il tripudio auto celebrativo tenuto a Genova per il nuovo ponte. C’è molto da festeggiare in effetti. Il ponte Morandi si è accartocciato che già il nostro Visconte sedeva sul reale trono. Avvisaglie e negligenze durante la sua reggenza non sono affari che lo riguardano. Pensiamo al governo Conte bis, brindiamo ai pilastri. Col Bisconte.
Il Re è legibus solutus, non è tenuto a rispettare le leggi. Nemmeno quelle fresche fresche che si è inventato. Domenica ci ha confermato che si assembra commette un crimine contro l’umanità. Tra un inciampo vocale e l’altro ha detto chiaramente che all’assembramento seguirà lo smembramento. Per noi.
Passano due giorni, arriva martedì. Il giorno di Marte, dio della Guerra. Conte si presta alle foto di rito per il grande risultato raggiunto dal regime, i pilastri sono ben saldi – per ora – a due passi da dove si è passati a miglior vita per la negligenza di chi vive e vegeta.
Quaranta persone circa stazionano alla distanza di sicurezza di 20 cm. Più o meno lo standard minimo fissato da Rocco Siffredi. Altri sono stretti come sardine. Alle baggianate da raccontare alle pecore italiane penserà più tardi. Il gregge accetta tutto e il contrario di tutto senza nemmeno prendersi la briga di belare.
Non c’è ragione di preoccuparsi dei divieti.
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