I due processi dimenticati.La Repubblica Sociale imputava anche ad alcuni alti ufficiali un comportamento antitetico alla difesa del paese. Ed anche importanti responsabilità nella catastrofica situazione militare che si era venuta a creare a seguito dell’armistizio.
Questi processi sono stati quasi dimenticati perché l’importanza del processo di Verona ai gerarchi che avevano votato a favore dell’ordine del giorno grandi il 25 luglio, storicamente mise in ombra tutti gli altri procedimenti giudiziari. Ci furono due procedimenti particolarmente importanti.
Uno contro la marina e l’altro contro l’esercito. Cronologicamente avvenne prima quello agli ammiragli, con conseguenze tragiche. Mentre quello verso i militari dell’esercito andò nettamente meglio.
I generali dell’esercito mandati sotto processo tra i quali Mario Caracciolo di Feroleto, Bruno Malaguti (accusato di aver perso Gorizia cedendola agli slavi senza opporre una resistenza adeguata). Carlo Vecchiarelli accusato di aver boicottato i tedeschi in Grecia ed altri importanti esponenti della componente terrestre. Si concluse de facto senza alcuna condanna a morte eseguita.
Vi furono sì alcune condanne detentive, ma in tempo di guerra rappresentarono praticamente il nulla.
Diversamente per la marina
Non andò però così bene per due ammiragli della Regia Marina Inigo Campioni e Luigi Maschera. Furono accusati di aver causato la perdita del Dodecaneso italiano.
I due alti ufficiali, obbedendo agli ordini del governo Badoglio, avevano opposto una tenace resistenza ai tedeschi. Arrivando anche a fruire di un certo aiuto da parte degli inglesi, ma dopo alcuni giorni avevano dovuto capitolare venendo catturati.
Lo stesso ministro della giustizia della Repubblica Sociale Piero Pisenti prese a cuore il caso cercando di evitare la fucilazione. Dopo che il tribunale speciale di Parma li condannò a morte.
Paradossalmente i due ammiragli avevano semplicemente eseguito gli ordini. Non abbandonando la posizione ma combattendo in esecuzione degli ordini del Maresciallo Badoglio che era il capo del governo del Re al quale avevano giurato fedeltà. Avevano rischiato in prima persona e non erano scappati.
Ma non ci fu niente da fare, poiché il fascismo attribuiva soprattutto alla Regia Marina la colpa della disfatta militare accusandola di connivenza con il nemico.
Mussolini si rifiutò di firmare le domande di grazia
Ma questo processo ebbe gravissime ripercussioni sulla pubblica opinione e tra i militari, trasformando questi soldati in dei martiri.
Probabilmente l’impopolarità del verdetto creò le condizioni per mitigare le sentenze verso i generali dell’esercito.
Ma veramente un grave errore politico ed un affronto alla giustizia mandare a morte due soldati che avevano semplicemente combattuti secondo gli ordini.
Se avesse dato ascolto al ministro Pisenti Mussolini si sarebbe risparmiato un gravissimo errore politico.
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