Inutile negarlo, i fratelli Bianchi hanno suscitato oltre che sdegno e orrore anche una certa curiosità per la loro fissazione per il fisico e per il look, tra sopracciglia più curate di una diva, addominali scolpiti e costumini sempre arrotolati per mostrare il muscolo levigato e depilato.
Non è un caso se nella Milano della notte qualcuno li ricordi distintamente in occasione di certe gite che dalla provincia romana li spingevano fin nella capitale amorale.
Pare che si muovessero sempre accompagnati da affascinanti femminone. Che poi fossero femminone anche nel loro certificato di nascita, questo le nostre fonti non lo possono giurare.
Di sicuro, la loro fame di denaro non si esauriva con lo spaccio, ma pare venisse placata anche attraverso ad altre attività al limite della legalità e oltre il limite del piacere. Un piacere di coppia ma anche di gruppo, oltre i confini del genere.
Non è un caso se la notte dell’omicidio di Willy i due fossero impegnati in amplessi di gruppo al cimitero, come confermato da fonti investigative. La domanda che molti si sono fatti è: se questi maschioni sempre impegnati a ribadire pubblicamente la loro virilità (la violenza espressa spesso nasconde qualcos’altro di represso), come mai si nascondevano in un cimitero per fare sesso? I mezzi per affittare uno scannatoio non gli mancavano: viaggiavano su una Audi Q7, prezzo di partenza 75mila euro.
Solo che un pied-a-terre a Colleferro o Artena sarebbe stato esposto a occhi indiscreti. Soprattutto per il genere di compagnia che i fratelli avevano scelto nelle loro notti proibite e annaffiate da polverine di vario tipo. Il buio e il silenzio del cimitero sono perfetti per nascondere certi segreti inconfessabili…
Alberto Dandolo per Dagospia
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