È finita fra polemiche e multe la festa organizzata in un resort di lusso sul Garda. Oltre 120 persone si erano infatti riunite a festeggiare e ballare l’arrivo del tanto atteso nuovo anno, senza distanziamento né mascherine.
Avevano organizzato un pranzo nel resort, come permesso dai DPCM, ma arrivavano quasi tutte dalla Lombardia, cosa non permessa dai DPCM. Il gestore del resort aveva invitato tutti a non postare niente sui social, ma gli ospiti se ne sono fregati ed hanno dovuto mostrare le loro ‘sciabolate’ per aprire vari campagne.
Non contenti hanno protratto il pranzo fino oltre la mezzanotte, ovviamente postando tutto sui social. Per tutti è arrivata la multa di 400 euro a testa, mentre per il gestore del resort il rischio è un verbale e la chiusura per qualche giorno della struttura.
Sui social, ovviamente, è divampato la polemica. E la cosa che è balzata agli occhi è che tutti i trasgressori, compreso il gestore del resort, hanno parlato di invidia. E si sono sperticati a replicare sui social non per scusarsi, ma per tacciare gli altri di invidia.
Cioè gli italiani sarebbero invidiosi di chi può permettersi un week end in un resort di lusso a stappare bottiglie.
Non ne possiamo più dei soliti furbetti
Non hanno pensato che spesso non si tratta di invidia, ma di non poterne più di questi furbetti che danno dell’Italia un’idea pessima. Gente che parla a malapena l’italiano, che ha soldi di dubbia provenienza, che pensa che avere tanti follower significhi essere qualcuno, gente con vari precedenti con la giustizia; ecco questa gente qui ci taccia di essere invidiosi.
Non contenti hanno pure detto che almeno loro ci hanno messo la faccia, che tanti altri hanno festeggiato violando i divieti ma di nascosto.
Quindi pure eroi per aver avuto il ‘coraggio’ di mostrarci quanto fossero sbronzi, quanto fossero bravi a sciabolare (personalmente credevo fosse passato di moda), quanto per loro fosse importante mostrarci che hanno qualche euro da spendere.
Ecco io credo che delle facce di questi italiani possiamo farne volentieri a meno, sia in pandemia che in tempi normali.
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