I mandati d’arresto contro Netanyahu e Gallant. Cosa c’è dietro?

I mandati d’arresto contro Netanyahu e Gallant. Cosa c’è dietro?

Nel pomeriggio del 21 novembre, sul palcoscenico del teatro dell’assurdo cui stiamo assistendo ormai da oltre un anno, tra accuse di genocidio e di altri crimini di guerra, si sono aggiunti anche due mandati di arresto internazionali che portano il nome del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant.

A spiccarli, la Corte Internazionale di giustizia, un organismo tanto controverso quanto, allo stato attuale, potenzialmente pericoloso; con accuse di cui, a parte una generica dicitura di “crimini di guerra” e “contro l’umanità”, non ha rivelato nessun altro dettaglio.

Fin dagli albori, la corte ha costituito un organismo in un certo senso “staccato” dalle Nazioni Unite, proprio a causa del timore che potesse comportare limiti alla sovranità delle singole nazioni in tema di giustizia penale

I paesi aderenti, su base volontaria e quindi non obbligati all’adesione automatica in quanto membri dell’ONU, sono “vincolati” alle decisioni della corte tramite lo Statuto di Roma. Tuttavia, può capitare che il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite estenda la giurisdizione della corte su paesi non aderenti, come nel caso di Israele che – al pari di Stati Uniti, Russia e Cina – non vi ha appunto aderito.

I mandati che sono stati spiccati, come è logico che sia, hanno sollevato un vespaio. Sono stati contestati dall’Ungheria, seguita dall’Argentina di Milei, mentre la Germania si è detta pronta a riservarsi di valutare

La stragrande maggioranza dei paesi aderenti si sono invece detti subito pronti a eseguire i mandati…

La cosa deplorevole, è il caso di dirlo, è che nonostante tutte le prove, a partire da quelle fornite dai più illustri generali e analisti militari che hanno confermato come l’impatto della guerra portata avanti dalle IDF sia, almeno nei tempi recenti, la meno devastante in termini di perdite di vite civili – numero rivisto di recente persino dalla stessa ONU – poco importa: il premier e l’ex ministro sono stati messi sullo stesso livello dei terroristi che hanno pianificato il pogrom del 7 ottobre.

E sì perché, tra l’altro, a voler dimostrare una certa – e francamente ridicola – posizione superpartes, è stato emesso anche un terzo mandato, a carico di Mohammed Deif, capo delle brigate Qassam e molto probabilmente già defunto da mesi

Perché è successo?

C’è molta più malizia di quella che ci si immagina e tutto parte dalla composizione dei giudici che ha emesso questa sentenza

Facciamo solo due nomi: Nawaf Salem e il procuratore stesso che ha chiesto l’arresto, Karim Khan, due dichiaratissimi e agguerritissimi detrattori di Israele.

Alla faccia dell’obiettività! Obiettività che è venuta assolutamente meno, diciamo pure completamente obliata di fronte, sì, a dei potenziali genocidi, a dei veri massacri che hanno disintegrato fin nelle fondamenta le barriere di tutti i crimini di guerra e contro l’umanità immaginabili. Uno per tutti, Assad in Siria, che ha sterminato cinquecentomila persone, mezzo milione di civili

Per lui, mai è stato spiccato alcun mandato. Per Erdogan, denunciato in varie riprese anche da Human Rights Watch, che ha un ventaglio di capi d’accusa da far accapponare la pelle per il trattamento inumano inflitto ai Curdi, ancora nessun mandato.

Leggi anche: https://www.adhocnews.it/dittatori-democratici-e-non/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version