Mercati dell’orrore cinesi – Il Coronavirus e la Sars sono stati partoriti dal ventre della Cina ma potevano vedere la luce ovunque, dicono in molti. Sarà anche vero, però nel Vecchio continente non ne nasce mai mezza, di queste mostruosità falcia umani.
Per carità, abbiamo avuto ondate di epidemie stendi cristiani anche in Europa, prima tra tutte la Morte nera – la Peste bubbonica – che inviava all’altro mondo con numeri da algoritmo di Facebook; eravamo nel Medioevo, nel Rinascimento, poi nel Seicento. Però. In Cina, evidentemente, vogliono dare un futuro alla storia. E sono pure piuttosto bravi.
La simpatica galleria che condisce queste mie righe, con cui ho una certa difficoltà a convivere mentre batto sulla tastiera, lo ammetto, riporta un normalissimo spaccato di vita quotidiana del terzo millennio cinese. L’anno del cane squartato.
Ho fatto qualche ricerca: in Europa di tale “normalità” non c’è traccia nei secoli. Forse ho guardato male, o forse la cosiddetta “cultura dei mei mercati popolari”, ha delle tare a cui andrebbe posto rimedio.
La Russia è costretta a subire assurde sanzioni per aver ripreso possesso di una regione, la Crimea, da sempre parte del territorio nazionale e abitata per in maggioranza da russi. Oggi, per far giungere frutta e verdura in un Paese che non ha alcuna possibilità di coltivarli, i russi sono costretti ad appoggiarsi alla Bielorussia, che li acquista in teoria per la propria popolazione, in pratica per fare da passamano per le vittime dell’embargo.
Dei rischi per la salute di 145milioni di russi derivanti da ipovitaminosi, non gliene frega un bel nulla a nessuno. Alla Cina, patria dei mercati dell’orrore, invece, si concede tutto, anche di appestare il mondo.
Per la Comunità internazionale, sempre pronta a lanciarsi in inutili battaglie, per meri interessi economici travestiti da motivi etici, e mai disposta a lottare per gli interessi della gente normale, sarebbe un dovere sanzionare duramente la Cina. Sarebbe.
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