I se della storia
Talvolta può essere utile analizzare la storia utilizzando i famosi se e questo può risultare molto istruttivo.
Se gli americani, ad esempio, non avessero preteso, in modo inspiegabile, una resa incondizionata dall’Italia, le cose sarebbero andate molto diversamente.
Se il giorno 8 di quel fatidico settembre ci fosse stato veramente un armistizio come falsamente dichiarato dal comunicato, cosa sarebbe avvenuto?
Gli italiani sarebbero usciti dal conflitto immediatamente e con sollievo. I tedeschi non si sarebbero certo avventurati in una dispendiosa occupazione militare in quanto era sventato il pericolo di trovarsi le armate Alleate, già nel 1943, ai confini del Reich, al passo del Brennero. Mussolini sarebbe rimasto agli arresti al Gran Sasso e sarebbe uscito dalla storia. La Repubblica Sociale Italiana non si sarebbe formata e non ci sarebbe stato bisogno del fenomeno della Resistenza, quindi niente guerra civile con relativi strascichi psicologici che sono derivati da una spaccatura traumatica del Paese e ci sarebbero state meno rovine sia morali che materiali.
Il sovrano non avrebbe sentito il bisogno di fuggire e sarebbe rimasto al suo posto salvaguardando il decoro della casata più antica d’Europa
L’esercito non si sarebbe sciolto come neve al sole e gli Alleati avrebbero, lo avessero desiderato, avuto la possibilità di sbarcare un anno prima in Normandia e magari arrivare a Berlino precedendo i sovietici. Sarebbero stati facilitati dal fatto che i russi da soli tenevano impegnato il grosso delle rimanenti forze germaniche.
Per di più gli Alleati avrebbero potuto impegnare tutta l’armata che sarebbe loro occorsa per risalire la penisola in quei due anni e questo in aggiunta ai soldati impegnati nello sbarco in Normandia. Il fronte italiano non sarebbe più stato un problema per nessuno e il nostro Paese sarebbe stato bypassato.
In effetti, come ha dimostrato a suo tempo uno storico militare britannico Eric Morris, il quale ha fatto uno studio al riguardo e pubblicando un libro intitolato “La guerra inutile, la campagna d’Italia 1943-1945″, detta campagna risultò un inutile dispendio. In effetti gli angloamericani sono arrivati a Milano appena pochi giorni prima della morte di Hitler a dimostrazione che la campagna d’Italia non è servita ad accelerare la fine del conflitto.
Tanto spreco di forze, di vite umane per nulla?
Sembrerebbe proprio di sì, a meno che il fine non fosse stato unicamente la sconfitta di Hitler ma riguardava un’altra guerra parallela. Questo anche se era ciò che veniva detto e viene ripetuto ancora oggi, ma era conveniente anche la conquista pura e semplice della nostra penisola protesa nel Mediterraneo come una gigantesca portaerei e con due grandi isole strategiche nel mare su cui si affacciano tre Continenti.
Un molo naturale per le future mire sul nord Africa e sul Medio Oriente
Una situazione simile a quella che si era presentata quando Washington si impossessò con una scusa pretestuosa di Cuba e delle Filippine facendo la guerra alla Spagna a causa di un’esplosione della caldaia a bordo della nave statunitense New Jersey. Le isole conquistate risultano poi necessarie per la strategia di espansionismo americano nel Pacifico. Gli statunitensi non liberarono le Filippine come dissero, come non liberarono Panama dalla Colombia come asserirono quando fomentarono ed aiutarono i separatisti provocando la secessione del piccolo Stato avvenuto appena cinque anni dopo l’inizio della guerra con la Spagna, inoltre non liberarono neanche Cuba dalla Spagna, come era stato detto, ma la colonizzarono tout court.
Non credo che fossero interessati nemmeno alla liberazione dell’Italia
Ricordo che nel dopoguerra in Sicilia si formarono sospetti movimenti separatisti e ci fu anche il rinato fenomeno del banditismo col famigerato Giuliano che usava innalzare la bandiera a stelle e strisce illudendo certi ambienti equivoci di lottare per la trasformazione dell’isola in uno nuovo Stato americano. In seguito, trovato un accordo fra il governo italiano e gli strani burattinai, Giuliano fu ucciso dal suo stesso luogotenente Pisciotta col quale una tazzina di caffè avvelenato, servito in carcere, chiuse il discorso.
La Sicilia rimase all’Italia e gli USA conservarono per sempre le basi militari. Non fu ripetuto il l’episodio di Panama e la Colombia.
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