Momenti di alta tensione tra Polizia e manifestanti davanti Montecitorio, la scorsa settimana. Si contano feriti da ambo le parti.
In piazza il movimento “Io apro”, esercenti che di zone rosse, arancioni verdi e blu non ne possono più.
Chiedono in ginocchio ed in lacrime di lavorare: non le mancette di Stato, che poi nemmeno arrivano.
A manifestare davanti la Camera, sono state diverse categorie di esercenti commerciali le cui attività sono ancora chiuse per le norme anti Covid (tra cui ristoranti, palestre, ambulanti).
Le forze dell’ordine hanno contenuto i tentativi di sfondamento, fermando alcuni manifestanti.
Dall’altra parte delle transenne i “figli dei proletari”, i Poliziotti, come diceva Pasolini.
Lavoratori encomiabili, che i politici usano come baluardo del loro potere, ma che in uno Stato democratico vogliono e devono dire la loro.
Trattati da cani da guardia, stavolta esprimono con schiena dritta uno spirito istituzionale ed una visione del polso della cittadinanza che i politicanti dentro Montecitorio nemmeno si sognano.
Stavolta è un’opinione indigesta per il Palazzo
Gli uomini in divisa non sono Vopos che vogliono angariare i cittadini.
Buttati sulle strade a chiedere giustificazioni ad anziani usciti anche solo per andare a comprare il pane. Quando poi orde di delinquenti si assembrano a pochi metri per svolgere attività illecite di spaccio e chissà cosa altro.
Il malumore nelle Forze dell’Ordine è alto.
Il loro giuramento è di difendere la Repubblica e di osservarne Costituzione e Leggi, e soprattutto salvaguardare le Libere Istituzioni.
Invece è un anno che rischiano di essere visti come sentinelle di un sistema di repressione sanitario che non è più sostenibile.
Lo sanno bene i segretari e portavoce delle sigle sindacali di Polizia che stavolta, coraggiosamente, su schierano dalla parte dei manifestanti.
Non quelli facinorosi e violenti, è ovvio, ma le parole sono per coloro che vogliono sopravvivere svolgendo le loro attività.
Perché i lockdown e le chiusure trasversali, hanno solo prodotto la più alta mortalità per milione di abitanti del mondo. Oltre che fame e disperazione. Non sono serviti a nulla.
Le parole dei sindacati di Polizia
“Esprimiamo solidarietà e vicinanza al Collega ferito in Piazza Montecitorio durante la manifestazione dei ristoratori e di altre attività. oggi hanno portato il loro grido di dolore e hanno manifestato la necessità di un intervento risolutore per evitare di perdere tutto quello che hanno.
Le sacrosante ragioni dei manifestanti a difesa delle loro attività, messe praticamente in ginocchio dalle misure di contenimento dei contagi da Covid-19 perché ormai sono quasi al collasso. non possono essere foriere di violenza e di aggressione poiché non è certo questa la strada per risolvere i loro problemi.
Il Governo deve ascoltare le ragioni di questa protesta e prestare la massima attenzione possibile per trovare la necessaria ed urgente soluzione affinché questi cittadini possano ritrovare la tranquillità e le condizioni per riprendere le loro attività lavorative. Giacché il loro lavoro non è solo una salvaguardia delle loro famiglie ma è anche un valore del nostro sistema produttivo e quindi dell’intero sistema Paese.”
Lo afferma in una nota Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP
Gli fa eco il Segretario Generale Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana Poliziotti Vittorio Costantini. “le lavoratrici e i lavoratori di Polizia sono stanchi di continuare a doversi oltremodo caricare sulle proprie spalle, tutte le problematiche legate a forti tensioni sociali che ormai da un anno a questa a parte stanno colpendo il Paese.. Il grave momento storico che stiamo vivendo, impone una seria riflessione da parte del Governo, indubbio che l’attuale emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio un intero Paese, un intero sistema economico, il problema è politico e lo ribadiamo fortemente, non si può più pensare che i gravi problemi socio-economici diventino solo una questione di Ordine Pubblico”.
Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, conclude che “quanto accaduto non deve certamente meravigliare, né si può pensare che i problemi siano finiti qua”. La cittadinanza é schiacciata “sotto al peso di sacrifici insostenibili” e che “è inevitabile che riprenda la sequela di proteste e manifestazioni di ogni genere da parte di tutte le più disparate categorie sociali ormai allo stremo”.
Parole che non ti aspetti, ma che non ti sorprendono neppure, dette da uomini in divisa che sono sempre pronti ad aiutare e difendere i cittadini.
Altro che paura delle divise, come qualche benpensante di sinistra continua a ragliare dalle TV compiacenti, nei momenti difficili donne e uomini in uniforme sono coloro che ci aiuteranno, e lo hanno dimostrato una volta di più. Sulla loro stessa pelle.
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