iFeelYou – Altro che distopie orwelliane. Qui siamo arrivati direttamente alla fase «cani di Pavlov». Secondo quanto riportato da Ansa, L’Istituto italiano di tecnologie di Genova ha messo a punto un braccialetto «intelligente» (sic). Da indossare durante la tanto attesa «fase due» dell’emergenza coronavirus. Bracialetto che emetterà un segnale se chi lo porta non rispetta la tanto raccomandata distanza di sicurezza.
iFeelYou
Il braccialetto (o, come lo chiamano orrendamente gli ideatori, smartband), ha l’evocativo nome di iFeelYou («ti sento»). E sarà in grado di monitorare la temperatura corporea e la distanza di sicurezza tra persone. Non c’è niente da fare, agli «scienziocrati» piace troppo l’idea del braccialetto elettronico e non c’è verso di fargliela accantonare.
La tecnologia con cui è stato progettato registra e misura «sia la postura dell’intero corpo umano, anche durante movimenti rapidi e dinamici. Sia gli sforzi articolari che si possono compiere nelle attività lavorative». Grazie a questa capacità di leggere i movimenti del corpo e all’emissione di un segnale radio, il braccialetto è in grado di sorvegliare la distanza tra altri utenti possessori del dispositivo. Quando due o più congegni si trovano in prossimità vibrano, emettendo un segnale di allerta e richiamando all’ordine i proprietari. Che a quel punto dovranno distanziarsi con più rigore.
Immuni
Ma non è tutto: il segnale radio emesso dal bracciale utilizza un protocollo di comunicazione compatibile con il Bluetooth. Che – guarda caso! –, è lo stesso protocollo dell’app Immuni. Se questo non basta per mettervi un pochettino a disagio, iFeelYou è in grado di memorizzare l’identificativo del braccialetto vicino, in caso di superamento della distanza di sicurezza. Risulta così possibile ricostruire i contatti con una persona risultata positiva al test.
La Scossetta
Insomma, non bastava l’app Immuni, ora arriva anche il pungolo virtuale che ci dà la «scossetta» (ok, non è una scossa, ma il principio è lo stesso). Inculcandoci l’ansia da distanziamento sociale. Chissà se i cervelloni dell’Istituto tecnologie di Genova – che bontà loro, ora cercano finanziatori per produrre il dispositivo su larga scala – pensavano ai recinti elettrificati per non far fuggire il bestiame, mentre ideavano iFeelYou. Perché a noi pare proprio di essere arrivati a quel punto.
Cristina Gauri per www.ilprimatonazionale.it
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