Il bailamme del Generale. Il mantra di fine estate.
“Non importa il colore della pelle, o l’etnia, la religione o il dialetto parlato. Mi piacciono la libertà individuale, lo stato di diritto, la libertà di espressione l’uguaglianza di fronte alla giustizia”
Premesso che “La libertà di pensiero ed espressione rappresenta la differenza tra una democrazia e tutte le altre forme di stato…” est modus in rebus.
«Est modus in rebus sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum.»
«Esiste una misura nelle cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto.»
(Orazio, Satire (I, 1, 106-107))
Fin dall’inizio della vicenda, questa frase mi frulla nel cervello e mi è apparsa come la soluzione di qualcosa che ancora non conoscevo. Ma da quel che avevo letto o ascoltato nei commenti sui social e sui media, ho pensato alla necessità di una saggia moderazione per richiamare al senso della misura.
Sulla base di questo principio è consigliabile per la persona avveduta guardarsi dagli eccessi, facendo attenzione a non incorrere nel troppo o nel troppo poco, oppure ad adottare il giusto modo richiesto dalla situazione.
“Il tema della temperanza è stato affrontato con analoghe sentenze anche da altri autori antichi, come Tito Maccio Plauto che nella commedia Poenulus afferma: “Modus omnibus in rebus… optimum est habitu”, traducibile in lingua italiana con “In ogni cosa la sua misura, questa è un’ottima abitudine”.
Un’altra locuzione usata per esprimere moderazione e usata nel linguaggio comune ta è “in medio stat virtus”.
Entrambe di non facile applicazione, specie quando la persona che si esprime ha raggiunto e superato una certa soglia di resilienza, altro termine entrato in uso comune neli ultimi tempi.
Lungi da me voler criticare o esprimere sentenze negative riguardo al libro del Generale che, per altro, non ho letto e, credo, non leggerò, almeno per ora. Forse ingenuamente vorrei provare a farmi una idea di quanto volesse esprimere quest’uomo di cui si è detto tutto e il suo contrario. Evito di ripetere ciò che, chi ha seguito la vicenda, sa a menadito.
Non entro dunque nel merito che, comunque, condivido quasi totalmente. Perchè quello che esterna il militare è esattamente ciò che ci circonda. Ciò di cui parliamo e che soffriamo ogni giorno mentre ci ha accompagnato , spesso in modo aggressivo, in questi ultimi anni.
Come dare torto dunque a un uomo che dice verità? La verità assoluta non esiste, dice il saggio. ma la realtà sì, eccome. Naturalmente ciascuno di noi la vive in modi e atteggiamenti diversi, ma la realtà è una e una sola. E quella che descrive l’uomo, il generale Vannacci nel suo “Il mondo al contrario” è sotto gli occhi di tutti. Di tutti, anche se alcuni preferiscono socchiuderli o li chiudono del tutto.
Le esternazioni del generale descrivono una situazione ai limiti della sopportazione, nell’estrema, spesso, esagerata. difesa delle minoranze. Cosa buona e giusta, certamente, finché le minoranze non si espandomo in modo esasperato pretendendo addirittura di sostituirsi a chi non condivide le loro scelte di vita.
Difendersi dall’immigrazione selvaggia non significa essere razzisti. Non gradire manifestazioni gay pride styie , non significa essere omofobi. Considerare la famiglia composta da uomo donna e bambini, non significa non accettare le coppie di fatto transessuali che possono unirsi civilmente, sempre che non pretendano matrimonio e figli. Dato che lo stile di vita è stata una loro libera scelta. Non approvare alcune scelte delle lobbies Lgbtqia+, non significa non rispettare chi non è eterosesuale. Che in tal misura deve essere rispettato.
A questo proposito cito un esempio.
Domenico Dolce: “Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere”.
Non si dovrebbe valutare un militare per le proprie opinioni, ancorchè forti e talvolta aggressive, ma per il suo operato e la capacità espressa nelle zone di guerra.
Ma dato che, da liberale, non amo il famoso pensiero unico, anzi lo detesto, e so che il bene e il male non stanno mai da una sola parte, un sassolino me lo devo togliere, dalla scarpa.
Aveva davvero bisogno, quest’uomo dal curriculum professionale impeccabile di usare frasi come ” Rivendico a gran voce il diritto all’odio e al disprezzo”? Termini come odio e disprezzo, non si dovrebbero esternare con troppa leggerezza bensì con maggiore ponderatezza e cautela.
Ma tutto il resto della tematica , è più che condivisibile.
Del resto esiste una distinzione fra una opinione personale e l’attività istituzionale.
In particolare di chi indossa una divisa. La polemica è emersa in particolare su questa circostanza.
Ma c’è anche chi butta benzina sul fuoco, volontariamente, e la trasforma in propaganda politica.