Il Belgio si inginocchia e l’Italia lo ricopia

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E anche il Belgio è stato sconfitto. 2-1 in una bella partita. Barella e Insigne hanno aperto le danze. Lukaku (belga da manuale) ha accorciato le distanze su rigore. Un po’ di sofferenza finale e un brutto infortunio muscolare per quello che, finora, era stato il migliore azzurro: Spinazzola. Si teme la rottura del tendine. In bocca al lupo.

Continua la tradizione servilista della nostra nazionale. Infatti abbiamo aspettato di vedere cosa facesse il Belgio, per scimmiottare in maniera disgustosa il loro comportamento. Come abbiamo imitato grottescamente l’Austria senza inginocchiarsi, così ci siamo piegati alla volontà del Belgio appoggiando il ginocchio per terra dopo che lo avevano fatto anche loro.

Un’altra stucchevole puntata della glorificazione dell’ipocrisia è andata in onda. Questa volta a Monaco di Baviera. La nazionale più multietnica d’Europa, il Belgio, forse a causa dell’elevato tasso di diversamente bianchi che ha in squadra, ha sempre deciso di inginocchiarsi all’inizio di ogni partita. Noi come al solito abbiamo dimostrato di avere la personalità di un criceto sulla ruota. Per non turbare la suscettibilità dei poveri belgi, abbiamo deciso di nostra volontà di non decidere.

Quanto siamo bravi a prendere le decisioni degli altri e farle nostre. Dei fenomeni. Si sussurra che Letta e Marchisio avessero la maglietta del Belgio al posto della canottiera. Ma sono solo voci dei soliti maligni fascioleghisti.

Italiani brava gente. Popolo di poeti, santi e navigatori. Di volta gabbana e di eternamente indecisi il cui unico scopo è compiacere gli altri.

La tolleranza raggiungerà un tale livello che alle persone intelligenti verrà vietata la minima riflessione, affinché non offendano gli imbecilli“

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