Il bisogno di credere nel proprio sogno nazionale

ROMA

Il bisogno di credere nel proprio sogno nazionale

Quando l’impero bizantino entro’ in crisi a causa della pressione degli Ottomani ed anche il destino di Costantinopoli sembrava ormai segnato, ci fu nel Peloponneso, un tentativo di far rinascere l’antico spirito ellenico represso in passato proprio da quella religione ortodossa che ora era entrata in crisi a Bisanzio.

Gemisto Pletone, a Mistras, dette vita ad una scuola che sembrava riportare in vita lo spirito platonico per fare risorgere la nuova identità ellenica

Un fenomeno analogo si verificò al tramonto dell’impero ottomano quando Kemal che poi divenne Ataturk, pensò di dare vita allo stato nazionale turco visto che la visione imperiale ottomana era tramontata definitivamente.

Anni dopo, quando l’impero comunista venne meno, un impero che aveva ricalcato ed ampliato quello degli Zar, Putin ha pensato bene di fare rivivere l’antico spirito russo.

L’Italia ha potuto compiere il suo Risorgimento quando lo spirito imperiale della Chiesa di Roma, ed il suo universalismo, si sono indeboliti e gli Italiani hanno potuto pensare a loro stessi come nazione e popolo sovrano.

Occorre dire che l’identità italiana è stata sacrificata due volte

La prima volta a causa del disegno della Roma imperiale. La seconda volta a causa dell’universalismo cattolico, una forma di impero spirituale. Nel mondo arabo di era sviluppata una forma di nazionalismo arabo, forse sull’esempio dell’esperimento fortunato di Kemal Ataturk, aggiungendo una verniciatura socialisteggiante, a causa della difesa delle proprie risorse dall’oggettiva invadenza delle multinazionali occidentali.

Erano mani che cercavano di gestire sia gli idrocarburi o anche il canale di Suez

Questi moderni nazionalismi arabi, osteggiati con ogni mezzo dall’Occidente, sono tramontati nel momento in cui tra le masse frustrate è risorto, il mito del messianesimo islamico con una forte rinascita religiosa promossa dalle moschee e magari con fantasie su antichi califfati.

Questo fenomeno sembra l’oscillazione di un pendolo, un fenomeno analogo a quello dei corsi e ricorsi storici teorizzato dal filosofo napoletano Giambattista Vico

Infatti, a conferma di ciò, i nazionalismi europei, sono stati oscurati e si sono eclissati nell’immaginario collettivo, ormai coinvolto emotivamente da altri valori o disvalori, all’emergere di un nuovo imperialismo di tipo occidentalista e che si identifica nell’atlantismo di nuovo conio, divenuto più che un’alleanza strategica, un’idea forza, una nuova Weltanschauung del nulla pneumatico.

Un Occidente che si sta facendo strada come nuovo fattore identitario, dopo aver distrutto tutti gli altri e con una carica seduttiva, molto maggiore di quella europea

Per unipolarismo infatti si intende riferirci a questo nuovo imperialismo non religioso, non culturale, non storico o geografico, ma esclusivamente finanziario e tendenzialmente oligarchico.

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