Pur essendo ritenuto un porto insicuro dalle navi ONG, che si tengono ben lontane come dall’inferno, Tunisi appare un paradiso per Dario Nardella, sindaco di Firenze, che due giorni fa, il 5 luglio, sfoderando evidentemente un grande quanto insospettabile coraggio, vi si è recato in visita istituzionale, accompagnato dal proprio consigliere delegato alle relazioni internazionali, Marco Del Panta.
L’ incontro di quasi un’ora è avvenuto al Palazzo del Governo, la Kasbah, nel corso del quale Nardella e al-Shāhed hanno toccato molti argomenti riguardanti il rapporto tra Italia e Tunisia, in particolare tra Firenze e le città tunisine.
“L’attenzione del governo tunisino verso Firenze è estremamente alta e lo ha dimostrato l’incontro di questa mattina con il Primo Ministro Yūssef al-Shāhed. Abbiamo convenuto” – ha detto il sindaco – “sulla necessità di intensificare le relazioni tra le città italiane e le città tunisine e sull’opportunità che Firenze rappresenti sempre di più un punto di riferimento.”
Per questo Nardella ha avanzato la proposta che Firenze sia la città capofila del progetto di cooperazione italo-tunisino per lo sviluppo di 31 comuni della Tunisia
Il progetto ammonta a 25 milioni di euro, cui si aggiungono altri 6 milioni di euro per l’assistenza tecnica alle nuove amministrazioni comunali da parte dell’Italia.
“Ho voluto inoltre ringraziare il primo ministro al-Shāhed – ha aggiunto Nardella – per lo sforzo del governo tunisino sul fronte dell’immigrazione poiché la Tunisia rappresenta il primo paese per numero di rimpatri di stranieri irregolari dall’Italia: questi risultati sono il frutto della collaborazione che da anni si sviluppa tra i nostri paesi e la dimostrazione che solo attraverso il dialogo si possono ottenere risultati concreti anche sul fronte delicato e complesso dell’immigrazione”.
Il sindaco ha portato al Primo Ministro la solidarietà della città di Firenze per i recenti attentati terroristici che hanno colpito la capitale Tunisi.
Non una parola è stata spesa per la considerazione che le navi ONG operanti nel Mediterraneo considerino la Tunisia ed i suoi porti non sicuri, ed optino per allungare la traversata ed approdare a Lampedusa.
Sempre nella giornata di oggi, all’ambasciata italiana, il sindaco Nardella ha chiuso l’accordo per consegnare a undici comuni della regione della capitale Tunisi i primi undici (di trenta) autobus urbani a metano non più rispondenti alle norme UE e quindi dismessi dalla flotta Ataf.
Come a dire: una volta i tunisini arrivavano in Italia con le carrette del mare, ora gli italiani arrivano a Tunisi con le carrette dell’Ataf.
L‘attenzione all’ambiente di Nardella, e la sua compagine politica, risulta in questo frangente sicuramente curiosa e bislacca. Regalare veicoli usati ed inquinanti ai “cugini poveri” pare, invero, indelicato, una vera caduta di stile ed ecologia, quando poi ci si picca in patria di avere una coscienza ambientalista. Forse che, a differenza che per gli immigrati, per le emissioni nocive valgano i confini nazionali?
A meno che l’intento non sia, esportando inquinamento, di indurre con questi doni a costruire anche lì capolavori di estetica a rotaie come la carissima ed eterna incompiuta Tramvia.