La Serie A di calcio si ritrova in una giornata che ha un sapore antico e meraviglioso. Infatti, tranne alcune aberrazioni come Inter-Crotone che verrà giocata ad un orario infame come quello delle 12.30 in cui ogni brava famiglia italiana si prepara a mettersi a tavola, quasi tutta la giornata sarà in campo alle 15.00.
La tv questa volta ha preso un duro colpo. Non ha perso, perché la tv non perde mai. Ha troppi quattrini da distribuire per farsi sconfiggere dal romanticismo. Però, vi assicuro, rivedere tutte le partite condensate in una sola giornata, mi ha risvegliato un calore antico di piacevolmente analogico e polveroso.
Non si può spiegare scientemente perché a volte le cose incerte del passato siano preferibili alla perfezione tecnologica. Per me ascoltare un concerto jazz in vinile, leggendo un libro vero, fumando un sigaro e bevendo un whisky, ha mille volte più valore di una volgare traccia mp3, un iPad e una sigaretta elettronica.
Non c’è motivo reale per preferirlo. Tranne il cuore, il calore che le cose antiche e di qualità sanno risvegliare negli animi di chi, come me ha già superato di slancio gli anta.
Alcuni di voi che mi stanno leggendo, non hanno la minima idea di cosa voglia dire passeggiare mano nella mano con la propria fidanzata la domenica pomeriggio. Con l’altra mano impegnata a reggere la radiolina a batterie incollata all’orecchio (gli auricolari cosa erano?) sintonizzata su RadioRai. Ameri e Ciotti le voci che ci narravano le partite. L’immaginazione ce le faceva vivere.
E il brivido che correva lungo la schiena quando: “scusa Ameri, intervengo da Firenze…” e in quel momento tutti gli uomini a passeggio per il centro di Firenze si bloccavano per poi (se andava bene) esultare insieme. Ma che ne sanno i 2000?
Per una domenica, per favore, lasciatemi di nuovo sognare la mia Serie A (anche senza andare allo stadio).
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