IL CASO ALBANIA, TRA UN CENTRODESTRA FRETTOLOSO, LA PROPAGANDA DI SINISTRA E LE INGERENZE DELLA MAGISTRATURA
L’apertura e messa in funzione del centro per migranti irregolari in Albania, ha evidenziato le difficoltà di parte della coalizione di centrodestra nella gestione istituzionale e mediatica delle misure emanate dall’Esecutivo Meloni nel campo del contrasto al traffico di esseri umani.
Gestita frettolosamente e con molti esponenti che si sono espressi attraverso dichiarazioni improvvide nell’intento di intestarsi uno dei punti principali delle più complesse ed ampie politiche per contenere l’immigrazione di massa, si è così offerto il fianco alla strumentalizzazione propagandistica di un centrosinistra che, nell’assenza di idee, proposte e controproposte, è da tempo esperto cultore dell’utilizzo di slogan da curva da stadio e dell’utilizzo politico di parte della Magistratura
La delocalizzazione degli immigrati irregolari fuori dai confini dell’Unione Europea risulta essere una misura totalmente invisa al trio delle meraviglie rosse nostrane Schlein-Fratoianni-Conte, nonostante diversi Governi Europei, compresi quelli di centrosinistra, come, Inghilterra, Francia e Germania, la stiano prendendo in considerazione per combattere un fenomeno ormai riconosciuto come ingestibile da tutta Europa.
Visto che a pensar male spesso ci si azzecca, come diceva qualcuno qualche anno fa, il fatto che a differenza di quello europeo, il nostro centrosinistra abbia una posizione oltranzista, sembra essere dovuto soprattutto alla preoccupazione che, con la delocalizzazione in Albania, venga meno parte del fiume di denaro finito nelle casse delle Associazioni e delle Cooperative, tutte rosso rubino, che in questi anni hanno fatto dell’accoglienza un vero e proprio business milionario
Sinistra istituzionale che ha colto al volo anche l’eccessiva enfasi dimostrata da una parte del nostro Esecutivo alla partenza della prima nave della Marina Militare alla volta della costa albanese: alcune dichiarazioni roboanti alla luce di un carico di soli 16 migranti, non hanno giovato alla percezione della credibilità e delle grandi potenzialità deterrenti di un centro di permanenza extra UE.
Infatti, la sinistra nostrana si è subito esibita in dichiarazioni dal tono irrisorio, sottolineando i costi dell’operazione ed il numero di agenti di Polizia e Carabinieri impiegati, come se i centri di permanenza operanti entro i nostri confini fossero gratis o non richiedessero la presenza costante di Forze dell’Ordine per la loro gestione e sicurezza
Inoltre, un apparato normativo emanato, forse, con un po’ di superficialità pur di arrivare velocemente alla messa in opera del centro, ha offerto il fianco all’ingerenza istituzionale di alcuni esponenti di “magistratura democratica”, ormai soliti, tramite dichiarazioni e sentenze politiche, a tentare di sovvertire l’ordinamento dello Stato, bypassando il concetto di divisione dei poteri.
Separazione dei Poteri che dovrebbe rappresentare la colonna fondante di uno Stato di Diritto tipico di una Democrazia Liberale quale dovremmo essere, ma che una volta ancora viene forzata a scopo di lotta politica
Riassumendo, quindi, un’operazione che ha evidenziato numerose lacune e punti deboli del nostro sistema: la troppa fretta legislativa da un lato, l’attitudine alla propaganda a costo zero dall’altro e l’eccessivo potere e l’aura di intoccabilità di quei Magistrati che, approfittando del proprio ruolo, fanno politica da uno scranno privilegiato, calpestando valori e dettami della nostra Costituzione.
A campi invertiti, quello largo griderebbe al golpe se dei magistrati intervenissero contro la sua azione politica
Per questo, al centrodestra sarà necessaria in futuro una dose aggiuntiva di attenzione per mettersi al riparo dai prossimi tentativi di ingerenza che, dati i presupposti, non tarderanno ad arrivare.
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