Il Regno d’Italia morì ufficialmente con la proclamazione della Repubblica Italiana. Ma il prestigio della monarchia morì definitivamente l’otto settembre 1943.
Il proclama di Badoglio letto alla radio non bastava a dare quella serie complessa di ordini necessari a consentire una reazione efficace da parte delle forze armate, che cercavano di tenere in piedi lo Stato. Il Governo perse totalmente il controllo del paese.
Inutile dire che il Re andò a Brindisi per mantenere la continuità del governo. Il Re abbandonò senza disposizioni le forze armate, e con esse tutto il paese. Sono innumerevoli le testimonianze della confusione che regnava tra i reparti combattenti a causa della mancanza di ordini a livello centrale.
Inoltre la fuga sulla Corvetta “Baionetta” verso Brindisi portò Vittorio Emanuele e Badoglio ad esercitare la loro autorità solo ed esclusivamente su una zona praticamente già sotto il controllo degli alleati.
Una reazione che non ci fu mai
Sarebbe stato necessario in quelle ore coordinare una reazione efficace contro i tedeschi. Al fine di far vedere che l’Italia partecipava alla guerra come paese solido e sovrano.
Il cambiamento di fronte sarebbe stato relativamente dannoso al prestigio del paese. L’apparato dello stato si sarebbe tenuto in piedi, se chi lo rappresentava al livello più alto avesse sentito la responsabilità del momento. Invece nella migliore delle ipotesi l’Italia diventò un paese meramente cobelligerante.
Montanelli affermò che in quell’occasione la migliore scelta sarebbe stata quella di mandare l’allora Principe Umberto con poteri di luogotenenza Brindisi. E lasciare il Re a Roma per guidare la resistenza nazionale.
Un gesto ardito che sarebbe potuto costare la vita al sovrano, ma che avrebbe riaccreditato agli occhi degli italiani l’istituzione monarchica.
Il paese venne profondamente lacerato dal crollo delle istituzioni. Le reazioni vennero lasciate all’iniziativa dei singoli più coraggiosi che non reagirono univocamente proprio a causa dello sfaldamento delle istituzioni.
Le terribili divisioni e gli odi della guerra civile che ne conseguirono sono parte della colpa dell’irresponsabilità di Vittorio Emanuele III e del Maresciallo Badoglio nell’abbandonare un paese che avrebbero dovuto difendere.
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