Grillo, Sardegna, stupro. Porto Cervo, una villa lussuosa, di proprietà di Beppe Grillo. E’ una notte di mezza estate in Sardegna, il 16 luglio, per l’esattezza. Siamo in piena crisi di governo, ma in Costa Smeralda si pensa ad altro. La serata inizia in discoteca, e finisce nella villa di Grillo, dove si consuma un rapporto sessuale di gruppo, fra una ragazza e quattro coetanei, che si erano incontrati nel locale. Uno dei ragazzi si chiama Ciro. Ciro Grillo, ha 19 anni.
Secondo ciò che racconta lei, modella di origini scandinave, vent’anni ancora da compiere, si sarebbe trattato di uno stupro, forse avvenuto al termine di una notte di eccessi alcolici.
Nella versione dei quattro giovani – tutti figli della Genova bene – il rapporto è stato consenziente. Uno dei giovani indagati per violenza sessuale di gruppo è il figlio del comico fondatore del Movimento Cinque Stelle. Insieme a lui sono coinvolti tre amici genovesi, in Sardegna per passare le vacanze: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. I quattro giovani sono stati interrogati per ore dal magistrato Laura Bassani, pubblico ministero della Procura di Tempio Pausania, titolare del fascicolo.
Nei giorni scorsi i carabinieri di Milano li hanno perquisiti, alla ricerca di indizi che confermassero la versione fornita dalla vittima. Gli investigatori hanno acquisito tutti i cellulari, alla ricerca di messaggi che facciano luce sui rapporti con la ragazza, e, soprattutto, hanno acquisito un video, al momento la prova più importante dell’ inchiesta. Dal filmato, recuperato in uno dei cellulari, emergerebbero una ripresa integrale del rapporto sessuale.
Per la vittima dimostrerebbe la violenza. Per gli avvocati difensori il contrario, che la ragazza era consenziente. Le audizioni sono durate tutto il giorno. Gli inquirenti hanno interrogato i quattro, per confrontare le diverse versioni alla ricerca di concordanze o eventuali contraddizioni.
Denunciati dopo una decina di giorni, i giovani si sono difesi negando ogni addebito. E i legali hanno messo in luce alcune debolezze del racconto fornito dalla ragazza alle forze dell’ ordine. Tre su tutte: il ritardo della denuncia, presentata dalla modella al suo ritorno a Milano, una decina di giorni dopo i fatti; la continuazione della vacanza per un’altra settimana e la pubblicazione di foto del viaggio sui social network, anche dopo che si sarebbe consumata la presunta violenza sessuale; alcuni messaggi al vaglio degli investigatori.
La modella si presenta dai carabinieri di Milano e si reca in una clinica lombarda. Parla dell’incontro con i ragazzi, conosciuti in una delle discoteche più note della zona, e la proposta di continuare la festa nella casa di uno di loro, poco lontano. In un primo momento si sarebbe appartata con uno dei quattro; successivamente si sarebbero aggiunti gli altri tre. E il rapporto sarebbe avvenuto contro la sua volontà.
La versione difensiva contesta questa resoconto: la modella, raccontano i quattro ragazzi, sarebbe ritornata a casa dopo quella notte, senza esprimere alcun disappunto. La denuncia, stando all’ interpretazione difensiva, sarebbe pretestuosa.
Fra gli elementi al vaglio degli investigatori non c’ è solo il video, ma anche lo stato della ragazza: c’è stato o meno un abuso di alcol o droghe? La Procura lavora per capire non solo se il rapporto sessuale si è consumato con il consenso, ma anche se la giovane si sia trovata, o meno, in stato di minorata difesa. Derivante dalla predominanza fisica e numerica dei quattro ragazzi o, eventualmente, dallo stato psicofisico alterato da alcol e droghe.
I fatti risalgono al 16 luglio, abbiamo detto. La denuncia alla fine di luglio. La notizia esce oggi. Il governo Conte bis ha giurato ieri. A voi le conclusioni.